Manovra stipendi Juventus, perché i calciatori non rischiano più sanzioni?
Manca sempre meno alla chiusura dell’inchiesta sulle "manovre stipendi" della Juventus. Lunedì il procuratore federale Giuseppe Chiné sarà chiamato a tirare le somme su un lavoro investigativo durato 4 mesi e già nei prossimi giorni informerà i potenziali incolpati. Stando a quanto riferito dall'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, la Procura Federale ha preso una direzione ben definita: i principali responsabili sarebbero infatti esclusivamente i dirigenti alla guida del club tra il 2019 e il 2021.
Nessuna ripercussione quindi per i calciatori, il cui comportamento non è stato considerato sufficientemente consapevole dalla Giustizia Sportiva. In altre parole, i giocatori che non sapevano che accettando una riduzione dello stipendio con la promessa di un pagamento futuro stavano in realtà commettendo un illecito. Salvo clamorosi colpi di scena, sfuma quindi la possibile sanzione di un mese di squalifica. Diverso invece il discorso per quanto riguarda i procuratori protagonisti della confusa trattativa sulle "rinunce", che saranno invece segnalati alla Commissione agenti sportivi federale.
A questo punto, la Juventus rischierebbe una maxi multa e/o la penalizzazione di "uno o più punti", mentre i suoi ormai ex dirigenti potrebbero andare incontro a nuove inibizioni. Qual è il prossimo step? Come riferisce ancora la rosea, gli incolpati avranno modo di essere ascoltati e presentare una memoria. "Dopodiché la procura prenderà l’ultima decisione: o deferire, e quindi rinviare a giudizio (sportivo), o archiviare o scegliere rispetto a eventuali richieste di patteggiamento. L’ipotesi più probabile, vista la possibilità di chiedere tempi più brevi è quella di andare al Tribunale Federale fra la fine di aprile e l’inizio di maggio. Per cercare di chiudere il percorso della giustizia sportiva entro la fine del campionato per i due gradi federali".