Manchester United: il rapporto conflittuale tra tifosi e dirigenza

La protesta dei fan dello United
La protesta dei fan dello United / Getty Images/Getty Images
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È il 2005 quando circa 3mila tifosi del Manchester United decidono di fondare l'FC United of Manchester. La motivazione che li ha spinti ad attuare questa "secessione" risiede nella loro insoddisfazione, nel non sentirsi più a casa sugli spalti dell'Old Trafford. In un'intervista all'Ansa, Adrian Seddon, presidente del consiglio di amministrazione del club, ha affermato che: "Tutti si chiedono quanto sia stato difficile allontanarsi, in realtà è stato lo United ad allontanarsi da noi, non è più interessato ad avere un tifoso come me, un tifoso cresciuto seguendo la squadra".

L'FC United of Manchester milita attualmente nella settima serie inglese e la peculiarità che lo contraddistingue è l'essere un azionariato popolare, la massima identificazione del"calcio che appartiene ai tifosi".

Ma facciamo un passo indietro. Cosa avrebbe spinto un gruppo abbastanza consistente di tifosi ad abbandonare la propria squadra del cuore (e solo a dirlo sembra un'eresia) per fondare una società tutta loro?

Bisogna tornare ancora nel 2005, quando la proprietà dello United viene rilevata dalla famiglia Glazer. Come rivela Calcio e Finanza, gli attuali patron dei Red Devils acquisiscono il controllo del club (allora quotato in Borsa a Londra) con un’opa ostile, in una operazione in leveraged buyout da 1,47 miliardi di dollari; così per la prima volta dal 1931 la società si ritrova indebitata.

La gente di Manchester inizia da subito a percepire l'allontanamento dello United dai propri tifosi e decide di radunarsi fuori dall'Old Trafford per protestare. La presa di posizione è forte, "Il Manchester United siamo noi!" sembrano voler dire i manifestanti mentre sventolano delle sciarpe gialloverdi (colori originari del club) e bruciano la foto di Malcolm Glazer, patriarca della famiglia.

Supporters protest against Manchester Un
Più chiaro di così / AFP/Getty Images

Per sopperire ai debiti, la proprietà non ha solo lasciato partire giocatori del calibro di Ronaldo e Van Nistelrooy, ma ha anche riportato la società in Borsa, spostandola però da Londra a Wall Street. L'operazione frutta 190 milioni di euro, ma come riporta ancora Calcio e Finanza, la metà della somma viene intascata dalla famiglia Glazer.

Tuttavia, i successi dell'era Ferguson e la crescita economica del club hanno spinto i supporters ad rassegnarsi alla nuova società; così i rancori verso la famiglia Glazer sono rimasti sopiti, salvo riemergere in alcune occasioni. Come quando si venne a sapere che i 6 figli di Malcolm avevano preso in prestito 15,5 milioni di euro dalle casse dello United per "scopi personali" o, senza andare lontano, i Red Devils hanno deciso di aderire alla Superlega.

La risposta dei tifosi è stata così univoca e rabbiosa da aver convinto la società a tornare sui suoi passi e a uscire dal progetto. Però le proteste non si sono fermate qui, gli ultras dello United hanno continuato a lottare per richiedere una maggiore considerazione all'interno delle scelte del club. Dopo l'aggressione al pullman della squadra e all'irruzione prima del match con il Liverpool (incontro poi rinviato), Glazer ha scritto una lettera alla curva in cui si dichiara propenso al dialogo.

La risposta degli hooligan è stata chiara: "Non vogliamo parole, ma fatti concreti". Questo scontro dura da quasi 20 anni e non sembra vicino alla fine.


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