Maldini: "Io dirigente solo perché c'è il Milan". Poi il giudizio su Tonali

Paolo Maldini
Paolo Maldini / Chris Ricco/GettyImages
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"Da calciatore è diverso perché sei un giocatore e quindi sfoghi buona parte dell'energia in campo. Da dirigenti non lo puoi fare, perciò lo sfoghi a casa con moglie e figli che ti devono sopportare. Sono mondi diversi, ma la passione per lo sport e per il Milan. La mia carriera da dirigente esiste solo perché c'è il Milan, non era nei miei piani e sono stato fortunato dopo essermi preso il mio tempo e sono arrivato al momento giusto". Lo dice Paolo Maldini, direttore dell'area tecnica rossonera, durante l'ultima intervista concessa a DAZN.

Paolo Maldini, Daniel Maldini
Daniel e Paolo Maldini / Chris Ricco/GettyImages

"La responsabilità è completamente diversa. Già da capitano negli ultimi anni ero più coinvolto. Ora da dirigente è più complesso - ha poi aggiunto -. Uno dei segreti di questo triennio è stato aver detto delle cose a questi ragazzi e averle rispettate. Nell'idea del club, di gioco, e non solo, abbiamo sempre dato un programma e un'immagine credibile per loro e per i tifosi. Milan distrutto? Non rifarei quel titolo oggi. Sarei dovuto essere più rispettoso verso quei dirigenti. Per quel che riguarda noi, questo è un club particolare. Noi ci mettiamo meno delle altre squadre a fare certe cose. Abbiamo una tifoseria che sa, che non si emoziona nei momenti belli e non si butta giù in quelli brutti. C'è equilibrio e questo fa si che ci si metta meno ad uscire dai momenti difficili".

Maldini offre poi anche un giudizio su Sandro Tonali: "Credo che Tonali non ha ancora fatto vedere quello che vale. Chi lo vede tutti i giorni in allenamento sa cosa vale Sandro. A volte ci dimentichiamo che è solamente un 2000 che arriva per la prima volta in un grande club. Oggi la festa è del mister e dei ragazzi quindi anche sua".


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