Ma Federico Chiesa è un esterno o un attaccante?

Problema tattico per il numero 7 della Juventus? Nato come esterno, può giocare anche da quinto di centrocampo ma Allegri vede in lui una seconda punta.
Federico Chiesa
Federico Chiesa / Gabriele Maltinti/GettyImages
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La fluidità è uno dei principi che governa il calcio moderno. Parlare di 4-3-3, 4-2-3-1 e 3-4-1-2 serve soltanto per le distinte da consegnare all'arbitro e alle televisioni per le trasmissioni pre-gara, perché quando la partita inizia è facile ritrovarsi il terzino a centrocampo, con il mediano che si abbassa sulla linea dei difensori, oppure l'attaccante che viene a dialogare con i compagni creando dello spazio da aggredire alle sue spalle (emblematica in tal senso la frase di Guardiola: "Il nostro centravanti è lo spazio").

Questo ha prodotto di conseguenza giocatori-liquidi, polivalenti. Se in passato il difensore sapeva solo difendere, ora invece deve anche saper impostare per favorire la costruzione dal basso, mentre la punta dev'essere la prima a difendere mantenendo alto il pressing. Insomma, categorizzare i giocatori in compartimenti stagni è un po' anacronistico.

Difficilmente etichettabile è anche Federico Chiesa, un giocatore che è tornato sui suoi livelli dopo il brutto infortunio di ormai 2 anni fa, ma del quale non si capisce ancora l'esatta collocazione tattica.

Una vita sulla fascia

Paulo Sousa, Federico Chiesa
Paulo Sousa, Federico Chiesa / Gabriele Maltinti/GettyImages

Nelle giovanili della Fiorentina, Chiesa gioca stabilmente da esterno destro o sinistro e sembra l'ennesimo rappresentante della dinastia di ali viola di cui fanno parte anche Bernardeschi e Sottil. Fa il suo esordio in prima squadra nel 2016, quando in panchina c'è Paulo Sousa. Il tecnico portoghese stravede per lui e, in maniera un po' avventata, lo considera la futura bandiera del club gigliato, solo che, a causa della forte concorrenza, lo schiera come quarto di centrocampo a tutta fascia. Una soluzione, questa, che ne esalta le doti atletiche, compromettendone però la pericolosità in zona offensiva.

Viene schierato sulla fascia anche da Pioli prima e Montella poi, anche se dal punto di vista realizzativo, Chiesa non esplode mai con la Fiorentina e la sua miglior stagione è quella del 2019-20, quando mette a segno 10 gol in 37 presenze (dato gonfiato però dalla tripletta al Bologna).

La sensazione più o meno condivisa è che Chiesa possa esplodere da un momento all'altro, che possa diventare il più grande talento del calcio italiano. E nel suo primo anno alla Juventus sembra già esserlo. Nonostante la sua guida tecnica turbolenta, a Pirlo va riconosciuto sicuramente il merito di aver valorizzato Chiesa schierandolo come ala sinistra in un 4-4-2. Poi però arriva Allegri e qualcosa si blocca.

L'esperimento di Max

Federico Chiesa, Massimiliano Allegri, Marco Landucci
Federico Chiesa, Massimiliano Allegri / Nicolò Campo/GettyImages

Sicuramente un nodo cruciale per la carriera e la crescita di Chiesa è la rottura del legamento crociato rimediata il 10 gennaio 2022. Allegri non può infatti contare su quell'ala letale che ha permesso all'Italia di vincere l'Europeo. Si vede che non ha recuperato il passo per compiere quei dribbling o gli strappi palla al piede dei giorni migliori. Anche di testa Federico sembra quasi impaurito.

Quella di Allegri è una figura divisiva, o lo ami alla follia o lo detesti, ma siamo tutti d'accordo nel dire che è un tecnico che fa dell'equilibrio la sua bandiera e che, pur di raggiungerlo, non si fa troppi problemi nel lasciar fuori i giocatori che non gliela possono garantire. Per lui, un tridente con Chiesa, Vlahovic e Di Maria, con due esterni di spinta come Kostic e Cuadrado è insostenibile, meglio optare su un centrocampo più folto e schierare il Fideo al fianco del serbo. Chiesa se ne deve fare una ragione.

L'addio dell'argentino non è l'unico fattore che ha portato alla recente rinascita dell'ex viola. Lo stesso Allegri lo vede "con una gamba diversa", inizia a rivedere le giocate dei giorni migliori e, pur di mantenere determinati equilibri, gli ritaglia un'inedita posizione da sottopunta. Nella recente intervista rilasciata a DAZN, ha detto che quello è il ruolo che può valorizzarlo di più, solo lì può segnare quei 14-15 gol che ha nei piedi. Tuttavia, l'enigma attorno alla collocazione di Chiesa non è ancora finito.

In futuro come papà Enrico?

Adesso Chiesa si trova a Coverciano, dove sta preparando le sfide di qualificazione ai prossimi Europei. Per i suoi primi impegni da CT della Nazionale, Spalletti ha detto di considerare il classe '97 un'ala sinistra e, magari, potrebbe avere la stessa libertà creativa che aveva Kvaratskhelia nel suo Napoli scudettato.

Al momento, al netto dell'inizio di stagione super da 2 gol in 3 partite, è questa la sistemazione ideale per lui. Solo se leggermente defilato sulla fascia può sprigionare la sua velocità nello stretto e saltare l'uomo. Poi, chissà, quando sarà un po' in là con l'età e lo scatto non sarà più lo stesso si potrà pensare di farlo accentrare, di metterlo al centro del gioco, di ripetere quanto già successo con suo padre Enrico, che finì la carriera addirittura da prima punta.