Ma di che c...alcio stiamo parlando?
Il calcio in Italia è pronto a ripartire. Ma con tante, troppe incertezze. Nel tardo pomeriggio del 28 maggio è arrivata l'ufficialità del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: "Possiamo dire che la Serie A riprenderà il 20 giugno. Personalmente mi auguro che si possa dare un segnale positivo utilizzando la settimana fra il 13 e il 20 completando la Coppa Italia, si tratterebbe di un segnale molto importante considerando il blasone dei 3 incontri rimanenti" ha sottolineato il ministro, precisando anche che "ho chiesto alla Federcalcio se avesse chiaro il fatto che, qualora l'emergenza sanitaria tornasse con curve di contagio diverse dalle attuali, una cosa che non ci auguriamo, si dovrebbe di nuovo sospendere il campionato. La Figc mi ha assicurato che esiste sia un piano B, cioè play-off e play-out, che un piano C, cioè la cristalliazzazione della classifica. Le scelte su piano B e piano C non spettano a me, ma sarà la Figc in autonomia a studiare le soluzioni alternative nel Consiglio federale del 4 giugno".
Tradotto: ripartiamo con il calcio, ma il primo positivo rischia di far saltare di nuovo il giocattolo. Perché il Comitato Tecnico Scientifico del Governo nei giorni scorsi ha respinto l'ipotesi di "una sola settimana di quarantena precauzionale, anziché due settimane universalmente riconosciute" per i calciatori, ribadendo che si può quindi considerare esclusa la possibilità di un "trattamento particolare, in eccezione per alcune categorie di persone e di attività, come i professionisti del giuoco del calcio, così come per altri sport di squadra che implichino contatto fisico prolungato".
Che calcio sarà? Sicuramente senza pubblico (problema che prima dello stop appariva insormontabile per lo "spettacolo" ma che ora, evidentemente, finisce di diritto in secondo piano), con ritmi alti dovuti alle gare ogni tre giorni, con il rischio degli infortuni che cresce e le alte temperature che andranno ad incidere. E con le date di Coppa Italia, dei recuperi della 25esima e della ripartenza che iniziano a creare le prime scissioni a cui si aggiungono gli slot orari che non fanno sorridere i calciatori. E poi il tema stipendi, i soldi dei diritti tv e i contratti in scadenza il prossimo 30 giugno, per i quali andrà necessariamente trovata una norma ad hoc. Il tutto con l'incertezza che si possa effettivamente arrivare al traguardo viste le due settimane di quarantena prevista per il gruppo squadra in caso di nuovo positivo al Covid-19.
Ma di che calcio stiamo parlando?
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