Lu-La is for boys, Dze-Co in for men
Nella prima notte della stagione 2022/23 in cui San Siro si è tinto di nerazzurro, l'Inter liquida lo Spezia con un netto 3-0 e manda un segnale eloquente: la squadra di Inzaghi fa sul serio per quel titolo che nella scorsa annata è sfumato davvero per pochissimo.
I ragazzi di Gotti non hanno fatto chissà che resistenza e stiamo pur sempre parlando di calcio di estate (con il mercato ancora ampiamente aperto), questo è vero. Ma ieri sera i nerazzurri hanno mostrato un gioco fluido, senza intoppi. Non è esagerato affermare che con una prestazione simile avrebbero vinto con chiunque.
A prendersi la scena e gli onori della cronaca odierna sono stati, giustamente, Lautaro Martinez e Romelu Lukaku. La Lu-La ha infatti stappato un match che l'Inter aveva iniziato con un po' di timidezza. Assist di Big Rom, gol del Toro: 1-0 e gara in discesa. Come se non bastasse il belga ha intavolato l'azione per la rete di Calhanoglu, mentre l'argentino è andato più volte vicino alla doppietta.
Archiviata la pratica, Inzaghi ha deciso di concedere una passerella d'onore ai suoi attaccanti inserendo prima Edin Dzeko e in seguito Joaquin Correa. A quel punto i due si sarebbero potuti accontentare di una comparsata, di una passeggiata di salute; e invece hanno confezionato il terzo gol della partita. E che gol!
Il bosniaco ha infatti addomesticato alla sua maniera un lancio lungo dalla metà campo di Gagliardini e, vista la posizione defilata, ha dato un'occhiata al centro dove l'argentino, ricevuto il pallone, si è sbarazzato del difensore con una finta di corpo e l'ha appoggiata nella porta lasciata sguarnita da Dragowski.
Una rete inutile ai fini del risultato, ma che può far comunque ben sperare tutti i tifosi interisti. La Lu-La offre sempre le solite grandi garanzie e con loro in campo i nerazzurri sono in una botte di ferro. Tuttavia, in un'annata che si prospetta piena di impegni, dove il Mondiale autunnale costringerà i club a scendere in campo con una frequenza maggiore, una squadra che vuole ambire a obiettivi ambiziosi deve poter contare su una panchina non solo lunga, ma soprattutto di livello.
La Dze-Co può sembrare una storpiatura del cognome del bomber bosniaco, invece è diventata una nuova garanzia per Simone Inzaghi. Dzeko la controfigura di Lukaku, Correa quella di Lautaro: per vincere non servono solo attaccanti forti, servono anche ricambi forti.
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