Lukaku: "Conte mi voleva alla Juve, ecco perché non firmai. All'Inter siamo uniti"
"Il mister mi ha portato a un altro livello, con lui non posso che continuare a crescere. Mi voleva portare con lui addirittura ai tempi della Juventus, tuttavia sentendo la sua voce ho capito che qualcosa stava succedendo quando mi parlava, quindi ho deciso di non firmare". Nella lunga intervista concessa al Times, Romelu Lukaku, bomber dell'Inter e fresco Mvp dell'Europa League, racconta il rapporto di stima reciproca con Antonio Conte, che prima delle dimissioni dalla panchina bianconera aveva provato a portarlo a Torino.
"All'Inter siamo uniti: pensiamo, ci alleniamo e giochiamo tutti insieme verso una direzione comune - continua a raccontare Big Rom -. Quando ero in Inghilterra era diverso: c'erano giocatori inglesi qui, giocatori francesi là, altri giocatori stranieri altrove, si viveva il tutto davvero come un miscuglio della squadra. In Inghilterra tra l'altro mi diedero del lento, pensavo: 'Lento? Io, lento? Non riesco a tenere il passo con il veloce gioco del Man United?' C'erano troppe piccole cose in cui pensavo che le critiche non fossero giuste. Uno lento non segna un gol come ho segnato il secondo contro lo Shakhtar Donetsk nella semifinale di Europa League. Se fossi stato lento non avrei preso il rigore come ho fatto contro il Siviglia in finale. Sono passati due anni da quelle critiche. È logico dire che a 27 anni sono più veloce di quando ne avevo 25 anni? È questo che sto cercando di dire sulle critiche ingiuste. Sono solo piccoli aspetti. Qui le cose stanno diversamente: tutti parlano italiano prima di tutto, quindi è una buona cosa: c'è una lingua che crea maggiore unità di gruppo. Quando Young è arrivato con Victor e Christian eravamo sempre insieme perché ci conosciamo dalla Premier League e per un certo periodo ho tradotto per loro, ma una volta che Ash ha imparato le basi dell'italiano è finita. Quando andiamo ad allenarci Conte gli parla in italiano e lui capisce perfettamente, oppure gli parlano e lui risponde in inglese ma capisce perfettamente quello che dicono i ragazzi e si sente reciproco rispetto".
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