Lukaku a 360 gradi: "Era destino che lavorassi con Conte. Scudetto? Siamo l'Inter, puntare a vincerlo è il minimo"
Romelu Lukaku, centravanti belga di proprietà dell'Inter, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni alla rivista France Football che gli ha dedicato la copertina dell'ultimo numero. Di seguito le parole del gigante nerazzurro.
IL PARAGONE CON RONALDO - "Ha segnato più di 100 gol con la Nazionale, è un po' presto per fare paragoni. A Milano tutti mi parlavano dei 34 gol di Ronaldo alla sua prima stagione e sono contento di averlo eguagliato, sì. Lui però vinse la Coppa UEFA mentre io ho perso la finale. Ora lavoro per vincere dei trofei".
CONTE - "Tempo fa mi disse che fossi diventato bravo con le spalle alla porta nessuno mi avrebbe più fermato. Me ne parlò prima dei Mondiali del 2014 poco prima di dimettersi dalla Juve e poi al Chelsea. All'epoca Hazard fece da intermediario, dando il mio numero al direttore sportivo del Chelsea, Michael Emenalo. E proprio Emenalo mi chiamò dicendomi che il nuovo allenatore mi voleva a tutti i costi. Così fu organizzato un incontro ma io non sapevo chi fosse il nuovo allenatore. Una volta all'appuntamento vidi che si trattava di Conte. Ripensandoci non poteva che trattarsi di lui. Lo sapevo che prima o poi ci avrei lavorato assieme. Quando l'Italia ci ha battuti a Euro 2016 ho visto come giocano le sue squadre e ho capito che il suo calcio poteva fare al caso mio. Nei miei primi tre mesi qui mi sono allenato molto per migliorare e far progredire il mio gioco. A ogni allenamento mi hanno messo in marcatura Andrea Ranocchia e avrei dovuto ricominciare da zero l'esercizio qualora avessi fallito".
LAUTARO - "Prima di arrivare all'Inter avevo visto molte loro partite Lautaro giocava da solo davanti e ho subito pensato che insieme avremmo potuto fare male. Quando sono arrivato abbiamo parlato un po' in spagnolo e da lì c’è stata la svolta! Siamo molto amici e non abbiamo mai discusso. Alle volte è il mio giorno, altre volte il suo. Abbiamo trovato il giusto equilibrio. Ci troviamo bene insieme".
RESPONSABILITÀ - "Sono consapevole di avere grandi responsabilità in questo gruppo, quindi non posso arrendermi alle difficoltà: creerebbe problemi a tutta la squadra. Ma non ci sono solamente io: qui c'è gente come Vidal, Barella o Sanchez. Anche Lautaro e Bastoni iniziano a farsi sentire durante le partite. La nostra squadra sta progredendo a livello mentale grazie a questo tipo di atteggiamento".
OBIETTIVI - "Per quanto riguarda la Serie A, per il momento dobbiamo pensare partita dopo partita. Siamo l'Inter, dobbiamo sempre lottare per vincere lo Scudetto: è il minimo. A marzo si capirà meglio. Lo stesso vale per l'Europeo con il Belgio. Spero solo che arriveremo alla competizione senza avere problemi di infortuni".
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