Luigi De Siervo sullo stato di salute del calcio italiano (pirateria, stadi e altro)
In occasione del Social Football Summit, Luigi De Siervo è intervenuto in un panel parlando della stato di salute del calcio italiano tra diritti televisivi e stadi. L'amministratore delegato della Lega Serie A ha lanciato l'allarme sulla pirateria e soprattutto sulla questione impianti in vista di Euro 2032, mettendo anche una data limite per avere i cinque stadi che ospiteranno i match nella competizione europea per nazionali.
"Se non riduciamo il fenomeno della pirateria digitale nel calcio, il settore sarà più povero e faremo tutti peggio il nostro lavoro. Il fattore digitale permette di delinquere da casa propria, senza la percezione dell'aspetto criminale. Il calcio è un business che si fonda sulla spesa del consumatore finale che vede la partita. Pensare di non pagare vuol dire danneggiare la propria squadra del cuore. Aspettiamo il giorno in cui la piattaforma antipirateria dell'AgCom ci permetterà di interrompere entro trenta minuti la trasmissione di un evento pirata. Questo perché sappiamo che per la ripresa del nostro calcio tutto deve rientrare nei binari. Siamo il Paese che in questo settore delinque di più ma anche quello più all'avanguardia in questo settore".
"A ottobre 2026 speriamo di raggiungere il livello di sufficienza per gli stadi dalla UEFA, altrimenti la candidatura verrebbe revocata: abbiamo segnalato al Governo l'urgenza assoluta che venga istituito un commissario agli stadi. L'Italia è un Paese che forse non esporta più poeti e navigatori, ma siamo i più grandi esportatori di allenatori. Il nostro calcio vive uno stato di salute e lo si vede dagli stadi stracolmi, è tornato ai vertici del mondo. I fondi d'investimento pensavano a noi perché abbiamo prospettiva di crescita maggiore rispetto a Ligue 1, Premier League e Bundesliga. Non c'è un Paese al mondo che non segua la Serie A".
"Con De Laurentiis non ci sono problemi. Lui ha espresso correttamente la sua opinione. Io ero paradossalmente d'accordo con lui perché credo nel corso della mia vita di aver costruito soprattutto canali tematici. Credo che quella fosse la visione corretta, ma non c'erano in quel momento le condizioni per poterlo fare in sicurezza senza mettere a rischio l'equilibrio economico in Serie A. Il progetto di portare contenuti al pubblico non si è interrotto, lo faremo probabilmente con una piattaforma nostra dedicata in cui oggi la radio è un esempio lampante. La Lega ha superato l'obiettivo di trasformarsi in una media company, siamo in grado di produrre contenuti. Lo faremo sempre più internamente senza usare partner esterni".