Leadership e tecnica: la Roma si gode capitan Pellegrini
Nonostante la sconfitta con l'Hellas Verona, l'entusiasmo dei tifosi della Roma rimane ancora molto alto: l'andamento in campionato e il gioco espresso dalla squadra di Mourinho fanno infatti sperare in una stagione positiva.
Quello di Verona sembra essere stato un semplice passo falso e i giocatori giallorossi sono pronti a voltar pagina per concentrarsi sulla sfida con l'Udinese. Uno dei più amareggiati per la partita con l'Hellas è stato Lorenzo Pellegrini, capitano e uomo simbolo della Roma dello Special One, che su Instagram ha esortato l'ambiente a concentrarsi sul prossimo impegno.
Con 6 gol e 2 assist nelle prima 7 partite dei giallorossi tra Serie A e Conference League, Pellegrini è sicuramente l'uomo più in forma nella squadra di Mourinho. Lo stesso allenatore portoghese si è detto più volte entusiasta del suo rendimento, tanto da invitarlo pubblicamente a firmare il rinnovo di contratto.
Lo Special One stravede per Pellegrini e in una conferenza stampa ormai nota ha rivelato che se ne avesse 3 a disposizione, li schiererebbe tutti contemporaneamente. In effetti, la duttilità del capitano giallorosso gli permetterebbe di giocare in diverse posizioni del centrocampo, sempre con la stessa qualità nelle giocate che lo caratterizza.
In somma, il giocatore col n°7 e la fascia al braccio è l'uomo in più di questa Roma e se i capitolini sono tornati a nutrire grandi speranze, il merito è soprattutto suo.
E pensare che quando l'allenatore era Paulo Fonseca, Pellegrini era il simbolo di una Roma spesso bella, ma altrettanto distratta e discontinua. L'ex Sassuolo alternava infatti lampi di giocate geniali ad altri di buio in cui perdeva palla in maniera un po' superficiale.
Gli stessi tifosi che ora lo esaltano prima lo criticavano. Dicevano che non era un buon palleggiatore in mezzo al campo e che non era incisivo in zona gol, che non sapeva tirare le punizioni, che non aveva le spalle abbastanza grandi per ereditare la fascia da capitano. In molti credevano che con Pellegrini sarebbe proseguita la crisi della tradizione dei capitani "romani e romanisti" resa grande da Totti e De Rossi, ma complicata da Florenzi.
L'arrivo di José Mourinho e la delusione dell'infortunio rimediato poco prima di partire per Euro 2020 devono avergli fatto scattare qualcosa. Pellegrini si è ritrovato da un momento all'altro pieno di fiducia, di coraggio nel rischiare la giocata - come il colpo di tacco contro l'Hellas - ha scoperto la grinta del vero leader. È troppo presto per dire che la Roma farà una grande stagione, ma con un capitano così l'impresa sembra meno ardua.