Le mosse di Allegri che hanno portato alla svolta della Juve
Sembrava giunto al capolinea, spacciato. L'hashtag che su Twitter ne chiedeva l'esonero aveva raggiunto una diffusione e un consenso così vasti dall'aver assunto i tratti di un partito politivo. E invece lui è rimasto lì, inamovibile. Massimiliano Allegri è come il fuscello che viene spostato dalla tempesta senza però sradicarsi e che quando il vento si placa rimane imperterrito al suo posto.
Chi l'avrebbe detto il 25 ottobre scorso che la Juventus sarebbe stata una delle principali antagoniste del Napoli per lo Scudetto? Dopo la sconfitta con il Benfica e la conseguente eliminazione ai gironi di Champions, quale tifoso avrebbe azzardato un'ipotesi simile? Fino a qualche mese fa quella dei bianconeri sembrava poter diventare la terza annata deludente consecutiva, ma Allegri ha saputo barcamenarsi tra i vari infortuni e ha trovato il giusto equilibrio per la sua squadra.
A due giornate dal termine del girone di andata, la Juve si trova al secondo posto, a 7 punti dalla capolista. Ma quali sono i segreti del suo miglioramento?
Passaggio alla difesa a tre
Nei piani iniziali la difesa titolare si sarebbe dovuta comporre di Bremer e Bonucci difensori centrali con Cuadrado e Danilo sugli esterni. Tuttavia, Bonucci e Cuadrado hanno passato più tempo in infermeria che in campo, e anche quando giocavano non è che facessero la differenza come in passato. Così Max si è ritrovato costretto a inventarsi un'inedita difesa a tre con Danilo, Bremer e il redivivo Alex Sandro che da terzino sinistro consumato si è rivelato un discreto braccetto di sinistra.
Con l'inserimento di un centrale in più, Allegri ha potuto conferire maggior equilibrio ai suoi, ma questo ha prodotto un effetto positivo a cascata visto che ora esterni come Kostic e, quando rientrerà a disposizione, Cuadrado, possono esprimersi al meglio. Non solo, la possibilità di contare su un compagno di reparto potrà giovare anche a Dusan Vlahovic, che prima dell'infortunio è stato preso di mira dalla tifoseria juventina per via di uno scarso apporto realizzativo. Milik, Kean o Di Maria tolgono infatti pressione al bomber serbo che non avrà più gli occhi di tutta la difesa avversaria addosso.
Largo ai giovani
Anche l'ampio impiego dei giovani è da ricondurre più a una scelta d'emergenza che a una politica consapevole vera e propria. Allegri, infatti, non ha mai avuto la nomea di tecnico dal pollice verde visto che ha sempre prediletto giocatori già pronti a quelli da formare.
Questione di fortuna? Certo, ma la sorte aiuta soventemente gli audaci. Max infatti si è ritrovato costretto a rivolgersi ai vari Miretti, Fagioli e Soulé ma, da allenatore preparato qual è, ne ha scorto le capacità e anche quando ha recuperato i titolari ha continuato a puntare sui ragazzi del vivaio, che mettono sempre a disposizione forze fresche e voglia di fare.
Dritti al punto
Il segreto delle 8 vittorie consecutive con altrettante porte inviolate annesse è però il consueto pragmatismo con cui Massimiliano Allegri costruisce le proprie squadre. Quando la Juventus si è ritrovata con l'acqua alla gola, il condottiero bianconero ha pensato bene che la soluzione migliore per risollevarla fosse quella di porre delle solide basi al reparto difensivo.
Nelle ultime due partite contro Cremonese e Udinese, ma anche in precedenza contro Lecce ed Hellas, la Juve ha vinto con il consueto "corto muso" che in tanti odiano ma che altrettanti vorrebbero fosse il mantra della propria squadra.