Le magie di Isco e l'assurda non convocazione della Spagna

11 volte MVP in 17 partite stagionali.
Real Betis v CA Osasuna - LaLiga EA Sports
Real Betis v CA Osasuna - LaLiga EA Sports / Fran Santiago/GettyImages
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Isco è il calciatore spagnolo più in forma d'Europa. Isco non farà parte della Roja nella terza sosta dell'anno. È una notizia che fa scalpore in Spagna e una scelta che risulta incomprensibile anche all'estero. Come si può lasciar fuori da una lista di 25 giocatori uno come lui?

In 13 gare di Liga ha vinto 9 volte l'MVP, il premio di miglior giocatore della partita. Al quale ha aggiunto anche i due premi in Europa League contro Sparta Praga e Aris Limassol. 11 volte in 17 partite disputate quest'anno. Non è in doppia cifra di gol o di assist, ma di prestazioni eccellenti.

È rimasto a Siviglia dopo che la sua esperienza nella parte rojiblanca non ha funzionato. Si è avvicinato al fiume Gudalquivir costeggiandolo fino al Benito Villamarín e ha scelto i colori bianco e verde per dipingere la città con le sue magie.

Nella serata di ieri, in concomitanza con il derby di Roma, in Spagna si giocava il Gran Derbi, la stracittadina tra Siviglia e Real Betis. Al Sanchez-Pizjuan Isco ha trovato un clima bollente e un'accoglienza spiacevole. I fischi all'annuncio delle formazioni e il vergognoso coro Isco muérete (di intuitiva traduzione) cantato da parte del pubblico sevillista. Una situazione che avrebbe potuto affligere molti. Non lui, che in questa stagione sembra aver recuperato tutto del suo miglior calcio, con una consapevolezza aumentata.

Un Isco che si diverte, che non rinuncia al bello e che riesce ad essere sempre concreto. L'Isco che attendevamo dall'addio al Real Madrid e che, con un anno di ritardo, qualcuno sembra non volere più. La sua non convocazione crea quei dibattiti che soltanto le soste Nazionali riescono a originare. Non riportarlo nella Roja è come una lanciare una moneta con due testa quando l'unica scelta possibile è la croce.

Rodri, Gavi, Zubimendi, M. Merino, Sancet, Fabian Ruiz, R. Riquelme e Aleix Garcia. E ancora Morata, Yamal, Joselu, N. Williams, Ferran Torres, Oyarzabal. Sono questi i 14 calciatori dal centrocampo in su portati da Luis de la Fuente per le prossime due partite contro Cipro e Georgia. E questa la spiegazione del selezionatore post Luis Enrique sulla non convocazione di Isco.

"È molto semplice: ci sono volte in cui ho la sensazione di essere ingiusto. Voglio risolvere il dibattito: sono ingiusto con coloro che non vengono. Sono preparati, rendono... sono molto bravi. Però allo stesso tempo sento di essere molto giusto con quelli che porto. Il mio ammirato Del bosque disse che la sfortuna è che ho molti più calciatori di quelli che posso selezionare".

Un'assunzione di responsabilità per provare a rendere meno amara la pillola. Un bravi tutti, ma purtroppo non c'è spazio che però non regge in riferimento a Isco. Se guardiamo alla Liga il fantasista del Betis figura in Top Ten nelle seguenti statistiche: Distanza progressiva di trasporto palla, Passaggi progressivi, Prese possesso palla riuscite, Cross, Expected Assists, Tiri e Tiri in porta.

Dati fbrfef

È primo in classifica per Passaggi Filtranti (2° nei maggiori campionati Europei), primo per Azioni da Tiro (3° nei maggiori campionati Europei) e primo in Liga e nei maggiori campionati Europei per Chances create. Non è stato lasciato a casa un calciatore che sta attraversando un ottimo periodo di forma, ma uno con il passato di Isco e con un livello che in pochi riescono ad avere in Europa; un fantasista che in carriera ha giocato ovunque (parlando di ruoli o competizioni) e che potrebbe farlo anche oggi. Uno che inventa cose del genere.

Nella seguente intervista ha spiegato i motivi del parón, la sosta che si è preso dopo la breve esperienza nell'altra sponda di Siviglia. I motivi sono chiari e comprensibili. Non mancavano le offerte di diverse squadre (qualcuna probabilmente anche dall'Italia), ma la verità è che aveva bisogno di desconectar, di allegerire un po' la mente da alcuni anni in cui le cose non gli riuscivano come voleva.

Adesso gli riescono come nei migliori anni del Real Madrid. Nemmeno 20 partite in blanquiverde e già il Benito Villamarín canta il suo nome ripetutamente (Isco, Isco, Isco), muovendo le braccia in adorazione (come si faceva con Messi al Camp Nou). Tacchi, croquetas e sterzate, e ancora finte di corpo, filtranti e tocchi geniali. Tutto con quell'inconfondibile baricentro basso, con la classe e l'eleganza di uno dei più forti. Il Betis potrà godersi un Isco più riposato, la Spagna ha rinunciato al nazionale più in forma a cui poteva affidarsi.