Le differenze tra Romelu Lukaku e Mauro Icardi
Chi avrebbe mai pensato, un anno più tardi, che Romelu Lukaku potesse avere tale impatto sull'Inter e far scomparire rapidamente il fantasma di Mauro Icardi? L'attaccante belga ha generato fin da subito un feeling particolare con la piazza nerazzurra, supportato dall'ottimo rapporto che lo lega al tecnico Antonio Conte. Fattori manchevoli durante la permanenza dell'argentino a Milano, che spesso suscitava malcontento e si lasciava scappare qualche parola di troppo.
Non Lukaku. Campione umile e modesto, consapevole di avere un ruolo fondamentale all'interno dello spogliatoio e lo rispetta in tutte le sue forme. Segna una tripletta? Elogia i compagni per la prestazione. Incappa in una giornata negativa? È il primo a metterci la faccia e assumersi ogni responsabilità. Un capitano non-capitano, a Romelu non serve una fascia al braccio per dimostrare di essere il numero uno.
Oltre all'atteggiamento, a contare sono soprattutto i numeri. Icardi manteneva una buona media realizzativa, ma appariva discontinuo e avulso dal gioco. Lukaku si sacrifica, tiene palla, fa salire i compagni e abbina una grossa quantità di gol ad altrettanti passaggi decisivi per chi è attore principale della manovra offensiva. Lukaku è completo, dà garanzie e anche quando sembra distante dalla sua miglior giornata tira fuori dal cilindro il colpo magico, quello che fa sorridere non solo i bambini nerazzurri. Non a caso, in una sola stagione con la maglia dell'Inter, il belga ha frantumato ogni record e potrebbe addirittura superare Ronaldo il Fenomeno portando l'Europa League nella sede di zona Porta Nuova.
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