Le differenze tra Conte e Allegri, l'avventura alla Juve e futuro: parla Carlos Tevez

  • Da chi ha preso ispirazione
  • Il retroscena sul Milan
  • Il rimpianto per la Champions League
Carlos Tevez
Carlos Tevez / Daniel Jayo/GettyImages
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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Carlos Tevez ha parlato della sua esperienza alla Juventus, di un suo possibile futuro in Italia e soprattutto dei segreti su Antonio Conte e Massimiliano Allegri. Il primo è diventato fonte di ispirazione dell'ex attaccante argentino nella sua nuova avventura da allenatore. L'ex giocatore di Boca Juniors e Juventus infatti una volta appese le scarpette al chiodo ha deciso di provare l'esperienza da tecnico e attualmente è alla guida dell'Independiente. Queste le parole di Tevez.

"Sono un allenatore passionale, uno che ci mette l'anima tutti i giorni. Giochiamo un calcio dinamico con pressing alto e grande attenzione alla fase offensiva. Con i miei giocatori sono un martello, ho avuto grandi maestri. Mi ispiro a Conte per la passione e l'ossessione per la vittoria, a Bielsa per l'attenzione ai dettagli e a Ferguson per la calma nella gestione del gruppo. Ma di allenatori bravi ho avuto anche Mancini e Allegri. Ma se devo sceglierne uno solo dico Antonio (Conte, ndr)".

"Su Conte mi viene in mente un retroscena: lottavamo per lo Scudetto con la Roma e io ero in Argentina per un problema familiare, non potevo allenarmi. Dovevamo giocare contro i giallorossi nel weekend. Inizialmente mi disse di stare tranquillo, tre giorni dopo mi chiese di tornare perché dovevamo vincere a tutti i costi e mi voleva in campo. Per lui esisteva solo la vittoria. Allegri è diverso, più tranquillo. Questo non vuol dire che non sia un vincente o che non abbia mentalità. Basta vedere come si rialza da ogni momento difficile, tutto grazie alla gestione e all'empatia che sa creare con il gruppo. È più calmo nelle situazioni, ma gli va dietro tutto lo spogliatoio".

"Ora la Juventus è terza e credo non abbia i mezzi per fare di più. Siamo abituati a vedere la Juventus vincere, quindi ci sorprendiamo se non lo fa per qualche stagione. Seguo molto la Serie A e penso che l'Inter sia superiore, e che ci sia tanta differenza tra le due squadre. Allegri sa tirare fuori il meglio della squadra soprattutto nelle difficoltà, anche con noi all'inizio era stato così. Poi dipenderà da cosa cerca la società".

"Sui derby l'Italia si avvicina molto all'Argentina. Ricordo una passione per la partita che iniziava settimane prima. L'Italia è nel mio cuore e mi piacerebbe tanto tornarci, magari da allenatore. La Serie A è uno dei migliori campionati al mondo e penso di dover crescere per meritarmela. Non ho trovato uno che mi assomigli, non tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello del sacrificio e dell'agonismo. Io mettevo il cuore in campo e davo tutto me stesso. Ora questa caratteristica si è persa in Europa".

"Eravamo fortissimi in quella finale di Champions League persa e io ero convinto di poterla vincere, anche se avevamo davanti il miglior Barcellona di sempre. Guardiamo il nostro centrocampo: Pirlo, Vidal, Pogba e Marchisio. Ti davano la sensazione di poterti mandare in porta da un momento all'altro. Ricordo da cavalcata che ci portò alla finale, ricordo gli allenamenti di Conte e la maglia numero 10. Sono contento che poi l'abbia presa Pogba, è un amico oltre che un campione. Siamo molto legati, per lui ci sarò sempre".

Carlos Tevez chiude con un retroscena legato al trasferimento mancato al Milan.

"Dovevo andare al Milan. Il mancato trasferimento non dipese né da me né da Galliani. Con lui c'è stata sempre stima e rispetto. Poi ogni volta che giocavo contro il Milan facevo benissimo. La Juventus si mosse bene e anche un po' in segreto. Chissà però che le strade con il Milan non si possa incrociare di nuovo, magari da allenatore".


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