Le conquiste di Ciro il Grande

Ciro Immobile
Ciro Immobile / Claudio Villa/Getty Images
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“Gli abbiamo dato l'opportunità di far vedere le sue doti e ha dimostrato di averne”. Con queste parole Zdenek Zeman approvò il passaggio di Ciro Immobile al Borussia Dortmund. Analogamente Senofonte nella sua celeberrima Anabasi parla delle incredibili doti di Ciro II, capace di uscire dalla Persia e conquistare i quattro angoli d’Europa. Entrambi Ciro il Grande dunque, con una differenza, il primo nonostante i numeri da chapeau sembra soffrire di dissociazione quando gioca con la nazionale o quando si trova a militare in squadre straniere. 

La critica dunque si divide quando si parla di lui, tra chi crede sia il miglior calciatore italiano del momento e chi gli rinfaccia la non costanza in azzurro e nelle esperienze estere, al Dortmund e al Siviglia. 

Al di là della soggettività la matematica e i numeri non sono un'opinione e Ciro Immobile ha segnato la bellezza di 101 goal con la Lazio, arrivando a quota 36 reti la stagione scorsa, aggiudicandosi così la Scarpa d’Oro e lasciando a bocca asciutta alcuni fuoriclasse, tra questi anche un certo Robert Lewandowski. 

Prima di raggiungere il punto più alto della sua carriera, Ciro Immobile ha dovuto fare un po' di sana gavetta. Muove i primi passi nel Torre Annunziata, ma la prima esperienza da calciatore vero e proprio è nelle giovanili del Sorrento. Già all’età di 17 anni viene acquistato dalla Juventus, voluto da Ciro Ferrara, dove giocherà fino al 2010 prima di passare in prestito al Siena, in Serie B. Anni non molto prolifici quelli toscani. La svolta avverrà nell’estate 2011, quando passerà al Pescara e segnerà la bellezza di 28 reti che lo incoronano capocannoniere e calciatore con più goal al Pescara in una stagione. Non male se si considera che lo stesso anno il Pescara torna a “riveder le stelle” in Serie A. 

Ciro Immobile
Ciro Immobile / Giuseppe Bellini/Getty Images

Poi Genoa e successivamente Torino. In granata realizza 22 reti in 33 partite di Serie A, conquistandosi l'importante chiamata dalla Germania. Esperienza deludente. Al Borussia Dortmund infatti realizza 10 goal tra Europa e campionato e di questi soltanto tre in Bundesliga. Motivo per il quale l’esperienza tedesca dura appena un anno. Ritenta la sorte con la Spagna, in terra Andalusa. Scelta non molto gratificante. Qui la sua avventura dura mezza stagione, prima di tornare per sei mesi a Torino, sempre sponda granata.

Tutto cambia il 27 luglio 2016, data nella quale viene ufficializzata la cessione di Ciro Immobile alla Lazio. Da questo momento inizia la sua rinascita.

Da quella data non ha fatto altro che segnare e divertire i tifosi della Lazio. Da quella data ha riportato la sua squadra ad essere competitiva in Italia, tanto da tallonare la Juve a più riprese, riportando nell'Europa che conta - la Champions League - la squadra biancoceleste dopo 11 anni di assenza. Da quella data Ciro il Grande ha riportato la Scarpa d'Oro in Italia, non succedeva dal 2007 con Totti. Da quella data ha ricordato al calcio europeo che anche l’Italia ha un suo bomber e che non esistono solamente Cristiano Ronaldo o la Pulce Messi. E perché no da quel giorno ha anche insegnato che il duro lavoro non sempre viene premiato agli albori ma anche dopo anni di ostinata perseveranza e fatica. 

La vittoria di Ciro Immobile è, in un certo senso, la vittoria del calcio, il quale sottraendo l’ambito premio ai titani del campo ha messo in luce che forse non avrà mai lo stile roboante di Gonzalo Higuaín, non verrà mai ricordato come Cristiano Ronaldo che di gol ne ha segnati più di 700, non avrà mai quella leggerezza nel dribbling della Pulce o la forza fisica e la tecnica di Lewandowski, ma è riuscito comunque a batterli. E questo fa di lui il Davide che sconfigge Golia. Forse non li raggiungerà o forse sì chissà...