Le bordate di Petrachi: solo rancore o giuste prese di posizione?
Siamo a dicembre, a quasi sei mesi dal licenziamento di Gianluca Petrachi dal ruolo di direttore sportivo della Roma. Il benservito è arrivato lo scorso giugno dall'allora proprietario del club James Pallotta, cominciato con una sospensione e poi diventato un licenziamento per "giusta causa". Tutto era cominciato da un'intervista rilasciata da Petrachi a Sky alla vigilia della ripresa del campionato post lockdown, con uno scambio di sms infuocati tra gli ex diesse e presidente che ha poi causato l'epilogo che tutti sappiamo.
Petrachi non si è arreso ed ha intentato una causa al Tribunale del Lavoro, chiedendo al club giallorosso, nel frattempo passato sotto il controllo di Dan e Ryan Friedkin, il reintegro nel ruolo di direttore sportivo o in alternativa un indennizzo da 5 milioni di euro. I nuovi proprietari hanno declinato la proposta, offrendo una transazione economica che Petrachi ha però rifiutato. La causa andrà avanti, ma nel frattempo l'ex diesse continua a parlare della sua ormai passata esperienza giallorossa, spiegando continuamente la sua posizione. Lo fa solo per rancore?
Beh, a questo punto crediamo proprio di sì. Questa Roma che sta tutto sommato andando bene è figlia della sua campagna acquisti, e per Petrachi quella giallorossa rappresentava l'occasione della vita, la prima in una grande squadra. Probabilmente l'ex Toro ha paura che nessun'altra big del campionato italiano possa chiamarlo dopo tutto quello che è successo, e sta succedendo, con la Roma.
Segui 90min su Facebook, Instagram e Telegram per restare aggiornato sulle ultime news dal mondo della Roma e della Serie A.