Le 7 (+1) grandi personalità del calcio che hanno sostenuto la comunità LGBTQIAP+

Megan Rapinoe
Megan Rapinoe / Erin Chang/ISI Photos/GettyImages
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Durante tutto il mese di giugno si celebra il Mese del Pride o LGBTQIAP+, un movimento iniziato negli Stati Uniti già negli anni '60. Il calcio è uno dei luoghi in cui si manifesta (ancora) il pregiudizio, spesso con cori omofobi da parte dei tifosi. Nonostante questo clima, alcune grandi personalità del calcio - che ricordiamo è lo sport più seguito al mondo - si sono battute (e continuano a farlo) per difendere i diritti di tutti e per far acquisire sempre più forza alla comunità LGBTQIAP+.

1. Germán Cano

Il 27 giugno 2021 il gesto del giocatore argentino è entrato nella storia del calcio brasiliano. Quando giocava con la maglia del Vasco da Gama, l'attaccante Cano ha festeggiato un gol alzando la bandierina del corner color arcobaleno, in chiaro riferimento al movimento LGBTQIAP+.

"Quando ho segnato il gol mi è venuto in mente di correre verso la bandierina, toglierla e raccoglierla, dando un messaggio di rispetto, pace e amore".

2. Gerard Piqué

Il difensore del Barcellona è stato uno dei pochi calciatori a sostenere il collega australiano Josh Cavallo, dopo che si è dichiarato gay lo scorso anno.

"Non ho il piacere di conoscerti di persona ma vorrei ringraziarti per il passo che hai fatto. Il mondo del calcio è atteso da tempo e tu ci stai aiutando ad andare avanti". Queste le parole di Piqué sui social.

3. Antoine Griezmann

Anche Griezmann ha mostrato il proprio sostegno nei confronti di Josh Cavallo. L'attaccante francese ha pubblicato la foto del collega sui social seguito dalla scritta "orgoglioso di te".

Il calciatore che ha vestito le maglie di Atletico e Barcellona è apparso anche nella copertina della rivista francese Tetu, rivolta proprio al pubblico LGBTQIAP+. Il francese ha ripudiato i pregiudizi e ha dichiarato che l'omofobia è inaccettabile, e che sarebbe pronto a chiedere l'interruzione di una partita se sentisse cori e offese contro qualsiasi atleta.

4. Conor Coady

Conor Coady
Conor Coady con la fascia con i colori LGBT / Visionhaus/GettyImages

Il Capitano del Wolverhampton è un grande sostenitore del movimento LGBTQIAP+. Nel 2021 ha ricevuto anche il premio dai British LGBT Awards, la principale cerimonia di premiazione della comunità britannica per le sue manifestazioni contro i pregiudizi.

Il calciatore del club inglese ha promesso che sosterrà qualsiasi collega che decidesse di dichiararsi omosessuale.

5. Megan Rapinoe

Eletta miglior calciatrice del mondo nel 2019 ed è un pezzo di storia della Nazionale statunitense, Megan Rapinoe è una grande attivista nella lotta per l'uguaglianza di genere e la libertà sessuale.

Ha denunciato l'omofobia durante le Olimpiadi di Rio de Janeiro e dice di non sentirsi rappresentata dalla bandiera del suo Paese.

6. Marta

Marta
Marta - con il segno della T - dedica il gol all'allora fidanzata Toni Pressley / KOHEI CHIBAHARA/GettyImages

Lei è la più grande calciatrice della storia del calcio femminile, eletta sei volte migliore al mondo, Marta fu protagonista di una dichiarazione pubblica nei confronti della sua ex fidanzata (e compagna di squadra) Toni Pressley.

Ciò avvenne alle Olimpianti di Tokyo 2020, nella vittoria contro la Cina. Era la prima volta che un atleta del Brasile onorava un partner dello stesso sesso.

7. Jurgen Klopp

Nel 2019 l'allenatore del Liverpool è stato l'unico tecnico della Premier League a indossare i lacci arcobaleno. Ciò faceva parte di una campagna a sostegno della comunità LGBTQIAP+.

Nel 2021 fece un passo importante a sostegno della causa: si è seduto per parlare con la cheerleader LGBTQIAP+ dei Reds e ha chiesto che i cori omofobi finissero.

8. Daniele Dessena

Siamo nel 2014 quando Daniele Dessena accettò di indossare i lacci arcobaleno durante una sfida tra Cagliari e Inter su idea di Paddy Power. Il centrocampista venne criticato sui social (da una minoranza), trovando invece il sostegno dei suoi compagni, del club isolano e dei tifosi rossoblù.

Qualche anno dopo dichiarò: "Nel 2014 ho indossato i lacci arcobaleno per dare un segnale contro l'omofobia. Sinceramente pensavo che l'Italia fosse già avanti sotto questo aspetto, ma mi sono accordo che purtroppo siamo ancora indietro".


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