Le 10 società di Serie A col passivo di mercato più alto dal 2016 ad oggi

Zhang
Zhang / LARS BARON/Getty Images
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Confrontiamo oggi quelli che sono i 10 club di Serie A con il più alto passivo tra milioni spesi e milioni guadagnati, aiutandoci grazie alle statistiche ed i numeri del CIES, che stila questa graduatoria prendendo come riferimento l'intervallo temporale che da oggi ed in particolare dalla chiusura dell'ultima finestra di mercato va a ritroso nel tempo, sino all'anno 2016. Le cifre tra parentesi, dunque, indicano il valore del passivo in milioni di euro.

1. Lazio (-24)

Presidente della Lazio, Claudio Lotito
Presidente della Lazio, Claudio Lotito / Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images

Il presidente laziale Claudio Lotito, si sa, è uomo particolarmente attento ai guadagni e soprattutto alle uscite delle casse della propria società, ma in questi anni, dal 2016, anche la sua Lazio rientra nel novero di club col più alto passivo di mercato: 213 i milioni spesi (contando che il solo Muriqi è stato pagato quasi 20 nella scorsa estate), mentre sono stati 194 quelli guadagnati da cessioni importanti come quelle di Candreva (23 milioni), Felipe Anderson (38) e Keità Balde (30).

2. Fiorentina (-36)

Presidente Fiorentina, Rocco Commisso
Presidente Fiorentina, Rocco Commisso / Gabriele Maltinti/Getty Images

Della Valle prima, Commisso poi: Firenze e la Fiorentina han da sempre puntato molto sul calciomercato estivo ed invernale, investendo parecchia liquidità (285 milioni) e guadagnando meno del previsto per fare eventuali plusvalenze (249): tra i grandi acquisti dell'era Della Valle citiamo quelli di Simeone e Duncan (17 e 15 milioni), nonché le cessioni di Federico Chiesa e Bernardeschi (40 e 10 milioni).

3. Benevento (-40)

Presidente Benevento, Vigorito
Presidente Benevento, Vigorito / MB Media/Getty Images

La società campana, pur avendo disputato solo due campionati di Serie A, appare all'ottavo posto di questo speciale ranking, con ben 40 milioni di euro di passivo: il presidente Vigorito, coadiuvato dai suoi direttori sportivi, ha portato negli anni entusiasmo e campioni come Glik, Sandro, Lapadula e Sagna, ma soprattutto ha speso più di quanto poi non abbia guadagnato successivamente: 55 milioni contro 15.

4. Bologna (-62)

Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images

A Bologna, contrariamente a quanto avvenuto alla Fiorentina, gli acquisti più importanti sono stati messi a segno dal presidente tutt'ora in carica, ovvero Joey Saputo, che assieme a Bigon, Sabatini e Fenucci ha messo assieme giocatori come Orsolini, Destro e Barrow ( pagati rispettivamente 15, 9 e 13 milioni), vendendo anche figure importanti come Verdi, Diawara e Ramirez (25 e 15 milioni). Ciò non è comunque bastato per portare il bilancio in positivo, perchè il Bologna ha speso in questi 15 anni ben 145 milioni, guadagnandone poco più di 80.

5. Cagliari (-69)

Presidente Cagliari, Tommaso Giulini
Presidente Cagliari, Tommaso Giulini / Enrico Locci/Getty Images

Da una parte Cellino, presidente dal carattere vulcanico e storico del Cagliari, capace di vendere a cifre importanti gioielli come Nainggolan e Matri (15 milioni entrambi) e poi lasciare il timone a Giulini, attuale numero uno della società sarda e passato alla storia per la cessione record di Nicolò Barella all'Inter, per ben 28 milioni di euro. In mezzo, acquisti importanti come quelli di Nandez e Simeone, i più costosi della sua era (18 e 12), che vede ancora il Cagliari in negativo di ben 64 milioni: 158 spesi, 89 guadagnati.

6. Parma (-158)

Presidente Parma, Krause
Presidente Parma, Krause / Alessandro Sabattini/Getty Images

Da Ghirardi a Krause: anche quella ducale è una società in cui vi è stato un cambio di proprietà, che ha portato ad acquisti e cessioni importanti, non risanando e pareggiando però il passivo. In questi sei anni di mercato, il Parma ha comprato per un totale di 170 milioni (ricordando gli arrivi record di Dennis Man per 14 milioni e Roberto Inglese per 20) e ceduto fino ad incassare solo 12 milioni di euro.

7. Napoli (-165)

Presidente Napoli, Aurelio De Laurentiis
Presidente Napoli, Aurelio De Laurentiis / Eamonn M. McCormack/Getty Images

Nelle finestre di mercato dal 2016 ad oggi, il Napoli del presidente De Laurentiis ha versato nelle casse di altre società la bellezza di 565 milioni di euro, riscattandone solo 400 da ulteriori cessioni: Osimhen, Manolas e Lozano sono i tre acquisti più cari della società partenopea (70, 36 e 35), mentre tra i movimenti in uscita non passano inosservati quelli del Pipita Higuain (90 milioni) e di Jorginho (60).

8. Juventus (-249)

Enrico Preziosi ed Andrea Agnelli, presidente Juventus
Enrico Preziosi ed Andrea Agnelli, presidente Juventus / Paolo Rattini/Getty Images

Cifre astronomiche quelle riguardanti il bilancio di mercato negativo della Juventus: sono ben 999 i milioni di euro sborsati dalla società bianconera, per cui pesano senza dubbio gli acquisti, una sessione dietro l'altra, di Cristiano Ronaldo (117), Higuain (90), De Ligt (85) ed Arthur (72 milioni): dall'altra parte, invece, non sono sufficienti le cessioni a cifre comunque importanti di Pogba (105), Cancelo (65) e Pjanic (60).

9. Milan (-311)

Paolo Scaroni, presidente Milan
Paolo Scaroni, presidente Milan / Valerio Pennicino/Getty Images

Anche qui, essendo sul gradino centrale del podio, le cifre non possono che essere altissime: Milan che, dal 2016, ha speso ben 577 milioni di euro e, pur spendendo meno della Juventus, ha comunque un passivo maggiore, avendo incassato dalle cessioni solo 266 milioni, per un totale di 311 milioni di rosso a bilancio. Dal 2016, non sono bastate le cessioni a cifre ingenti di Bonucci (35), Cutrone (28) e Piatek (24).

10. Inter (-386)

Steven Zhang, del gruppo Suning
Steven Zhang, del gruppo Suning / LARS BARON/Getty Images

Infine, il primo posto di questa speciale graduatoria se lo aggiudica l'Inter del gruppo Suning, di cui Steven Zhang ricopre il ruolo di presidente nerazzuro proprio dal 2016. Ecco, dunque, come i milioni di euro usciti dalle casse interiste siano stati 664 ( per acquistare Lukaku, Hakimi e Joao Mario su tutti), mentre quelli rientrati in seguito a cessioni solo 278, col passivo che tocca quindi quota 311 milioni di euro.


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