Lazio, Acerbi non ci sta: "Sbalorditi dalle decisioni del Governo"

Paolo Bruno/Getty Images
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"Sono un calciatore, non voglio fare polemica. Non mi quadra una cosa ed è sotto gli occhi di tutti: si può correre al parco, ma non in un Centro Sportivo nel quale sarebbero assicurate misure di sicurezza". Questo il pensiero del difensore della Lazio Francesco Acerbi che, ai microfoni della radio ufficiale del club biancoceleste, ha affrontato l'annosa questione della ripresa del campionato.

"Noi rispettiamo le norme governative, - le parole di Acerbi riportate da calciomercato.com - ma abbiamo a disposizione delle strutture importanti nelle quali potremmo allenarci individualmente ritrovando il feeling con il campo. Parlando di sicurezza, un centro sportivo rappresenta una garanzia in più rispetto al parco pubblico. Svolgere l'attività al centro sportivo vorrebbe dire, comunque, rispettare le norme di sicurezza. L'attività sportiva al parco, invece, sarà consentita e questa decisione ci ha lasciati sbalorditi. Non potremo allenarci dal 4 maggio e così si fa dura. Probabilmente, se torneremo ad allenarci dal 18 maggio, non avremo tempo per concludere la stagione in tempo. Mentalmente sarebbe complicato chiudere un campionato ed iniziarne uno nuovo tre settimane dopo".

Paolo Bruno/Getty Images

Sulla ripresa della Serie A Acerbi ha spiegato: "Noi siamo abituati all'adrenalina ed alla competizione, ora c'è la possibilità di tornare in sicurezza nei nostri centri sportivi. Non capisco perché si possano aprire i parchi al pubblico e perché, invece, i centri sportivi professionistici devono restare chiusi. Non voglio fare polemica, ma vorrei ricevere una risposta adeguata al mio quesito. Non comprendiamo la motivazione di questa decisione. Sento molti calciatori e tutti noi ci siamo chiesti perché noi professionisti non potremo allenarci nel nostro centro sportivo rispettando le norme di sicurezza, mentre i parchi pubblici saranno aperti. Il calcio è un'industria oltre ad essere uno sport molto amato. C'è voglia di riprendere, ma tutti vogliamo farlo nel modo giusto, nel pieno rispetto delle norme e del dolore che sta vivendo il nostro Paese. Dobbiamo metterci anche nei panni di chi sta soffrendo" ha concluso il difensore.


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