I 5 motivi per cui Simone Inzaghi dovrebbe rinnovare con la Lazio
È gelo a Formello tra Simone Inzaghi e la Lazio, e sia chiaro, per Lazio si intende Claudio Lotito. La società a inizio febbraio ha offerto al tecnico un contratto triennale per complessivi 7,5 milioni netti con bonus legati alla qualificazioni in Europa League o Champions League. Inzaghi si sarebbe aspettato un riconoscimento maggiore da parte del club, specialmente dopo tutto quello che ha fatto per la Lazio. Aveva chiesto un ritocco nella scaletta dei bonus e una modifica nello staff, ma nessuna risposta è giunta a Simone. Dall'altra parte Lotito avrebbe voluto ricevere subito un "sì" spontaneo da Inzaghi, anche perché nessuna cifra simile è stata mai offerta ad un allenatore tra i cancelli di Formello.
Con molta probabilità si andrà avanti così fino a fine stagione, ma occhio Lazio devi stare molto attenta! I biancocelesti rischiano di perdere uno dei migliori tecnici in circolazione perché ora come ora, tutti vogliono Simone Inzaghi. Napoli e Fiorentina, in particolar modo, stanno lì e aspettano come i condor delle Ande che il mister rifiuti l'offerta. Ma perché lasciare Roma dopo 22 anni? Perché non restare? Ecco i cinque motivi per cui Simone Inzaghi dovrebbe rinnovare con la Lazio.
1. Inzaghi il Ferguson della Lazio
Se Simone Inzaghi dovesse firmare il contratto, si legherebbe fino al 2023 ai colori biancocelesti. Diventerebbe qualcosa di paragonabile a ciò che è stato Sir Alex Ferguson per il Manchester United. Ventidue anni con l'aquila sul petto: undici da giocatore, undici da allenatore. Non sarebbe un rapporto per sempre, perché l’allenatore è comunque giovane e avrebbe il tempo per affrontare nuove esperienze, ma firmare quel foglio di carta sarebbe davvero speciale.
2. Lo show in panchina
Come farebbe l'ambiente laziale senza le prestazioni che Simone Inzaghi sfodera in panchina ad ogni partita? Novanta minuti, più recupero, di tutto cuore e polmoni. Lui se ne frega delle righe che delimitano l'area tecnica, corre su e giù per la fascia e quanto è divertente vederlo. Ancora più divertente è quando prende i propri giocatori e li muove come se fossero dei burattini al momento delle rimesse laterali. Un esempio eclatante è quello di Marusic in Lazio-Juve di quest'anno. A pochi minuti dalla fine, il tecnico ha scosso il numero 77 indirizzandolo verso l'area avversaria: e con due tocchi è arrivato il gol del pareggio. Insomma, mani nei capelli ad ogni azione e ansia tachicardica, Simone dimostra di essere in ogni partita più di un allenatore per la Lazio.
3. In pochi sanno gestire il datore di lavoro
In molti sono passati sulla panchina della Lazio nell'era Lotito e in pochi hanno saputo gestire il numero uno biancoceleste. Da Mancini a Delio Rossi e da Ballardini al Reja BIS, il gestore poche volte ha trovato quel rapporto pacifico di lavoro che un po' tutti vorremmo avere. Invece, Simone Inzaghi conosce alla perfezione quali sono i limiti e le caratteristiche di Lotito. Riesce a gestire qualsiasi sbalzo d'umore, per non parlare delle operazioni di mercato...se ci sono. Si è adattato alla perfezione e un cambio in panchina non gioverebbe affatto.
4. Simone pensa alla famiglia!
Due figli, Tommaso e Lorenzo, laziali doc. Un cane di nome Virgola, e una famiglia, "allargata" e ben riuscita: figli, fidanzati, mariti delle ex tutti amici e tutti insieme durante le festività e le vacanze. Alessia Marcuzzi il primo amore e mamma del primogenito Tommy. Ma è la romana Gaia Lucariello la donna della vita di Simone. Con lei, ha messo al mondo due figli: Andrea di pochi mesi e Lorenzo che a soli 8 anni già è una mascotte della curva Nord. Con quella chioma bionda, il piccolo "Lollo" ogni qual volta c'è la Lazio all'Olimpico sgambetta sotto la porta. Pensate quanto potrebbe essere triste andarsene da Roma per la famiglia, insomma Simone pensaci.
5. Un Comandante non abbandona la nave
La vera forza di questa Lazio è il gruppo. Un gruppo guidato da un Comandante di nome Simone Inzaghi. E che fine può fare un gruppo senza il proprio condottiero? Simone ha dato valore e qualità a tanti giocatori. Ha creduto in ognuno di loro, nonostante i rumori negativi dei tifosi ed ora non può fare a meno di nessuno. Ci vuole un'intera orchestra per suonare una sinfonia e senza Inzaghi non c'è musica.
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