La strategia di Pogba per ottenere 2 anni di sconto nella squalifica per doping

Paul Pogba
Paul Pogba / Insidefoto/GettyImages
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Sebbene siano passati 26 giorni dall'esito delle controanalisi, la vicenda legata alla positività al testosterone di Paul Pogba è tutt'altro che finita nel dimenticatoio. A fare il punto della situazione è l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, che spiega come intende muoversi la difesa del centrocampista della Juventus.

Pogba è stato sospeso in via cautelare dal Tribunale nazionale antidoping, che gli ha anche impedito di allenarsi alla Continassa o in qualsiasi altro centro sportivo, in attesa della squalifica. Il Codice di Giustizia sportiva prevede uno stop di 4 anni nel caso in cui l'assunzione della sostanza proibita sia avvenuta in maniera volontaria. Tuttavia, l'equipe legale del Polpo spera di dimezzarla.

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Come? Ovviamente in primis dimostrando che il testosterone non è stato preso di proposito con fini dopanti. Ma se questo non dovesse succedere, e lo sapremo tra circa una decina di giorni, Pogba potrebbe decidere di patteggiare per poter ridurre la squalifica di due anni e - chissà - poter ancora avere una minima possibilità di tornare a giocare.

Se il francese non riuscisse a convincere la procura antidoping, verrebbe infatti deferito. Da quel momento avrebbe 20 giorni di tempo per decidere come comportarsi, ossia se andare regolarmente a processo per rivendicare ancora la sua innocenza, ma rischiare 4 anni di squalifica; oppure se collaborare con la Giustizia, ammettere le proprie colpe e però godere di uno sconto di pena.