La storia di Kokorin e Mamaev: dalla galera in Russia al riscatto grazie al calcio

ALEXANDER NEMENOV/Getty Images
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Il principale punto di forza di un calciatore è la mentalità. Uno slogan che accompagna la storia di Aleksandr Kokorin e Pavel Mamaev, arrestati il 9 ottobre del 2018 per aver aggredito un funzionario pubblico della Russia e rilasciati il 6 settembre 2019 per buona condotta, nonostante la condanna a 17 mesi di reclusione.

Una vita di eccessi per i due compagni di nazionale, non nuovi a episodi controversi che ne hanno minato la carriera calcistica. Ricordiamo l'attentato a un autista, ricoverato successivamente per gravi danni cerebrali, la serata in discoteca a Montecarlo insieme ad alcune spogliarelliste durante gli Europei di Francia 2016 e gli spari di pistola in occasione del matrimonio dell'amico Alan Chochiev, all'epoca di proprietà del Krylya Sovetov.

E pensare che Kokorin fosse ritenuto da Fabio Capello un talento cristallino nel periodo di conduzione della selezione russa, nel 2008, quando l'attaccante aveva solamente 17 anni e 199 giorni ed era diventato il più giovane marcatore della storia della Dinamo Mosca. I successi migliori sono arrivati con la maglia dello Zenit, prima della prigionia, conquistando campionato, Coppa e Supercoppa. Ora milita nello Spartak Mosca, ma il vero riscatto è avvenuto nel 2020 con il Sochi.

KIRILL KUDRYAVTSEV/Getty Images

Luce in fondo al tunnel anche per Mamaev, grazie alla chance offertagli dal Rostov sul finire del 2019 malgrado una conduzione di vita del tutto lontana da quella di un atleta (inevitabile, in carcere). Non sarà semplice togliersi di dosso l'etichetta di bad boy, ma il centrocampista classe '88 sembra aver cambiato testa.

Il campionato vinto nel 2012/13, le quattro Coppe e le tre Supercoppe di Russia sono un lontano ricordo. Mamaev ha dovuto ricominciare, alla pari di un ragazzino che si affaccia per la prima volta al mondo professionistico. Ma con un pizzico di consapevolezza in più dei propri errori e dell'ultima occasione per riabilitare il suo nome. Con la numero 10 sulle spalle.


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