La Serie A torna in campo. Dagli stadi vuoti ai cinque cambi: come è cambiato il calcio italiano dopo la pandemia?
L'attesa è finita: la Serie A è pronta a ripartire. Oggi alle 19.30 la sfida tra Torino e Parma rialzerà il sipario sul campionato italiano dopo i lunghi mesi di pausa forzata a causa della pandemia Covid-19 che ha bloccato il mondo.
Come è cambiato il calcio italiano dopo il Coronavirus?
La prima differenza che balza all'occhio, ovviamente, riguarda il calore dello stadio: per ora niente tifosi, si giocherà a porte chiuse per garantire il distanziamento sociale e limitare il contagio. Ma non è da escludere che, col passare del tempo, gli impianti possano riaprire i cancelli ad un numero limitato fans.
A livello puramente tecnico, invece, la grande rivoluzione riguarda le cinque sostituzioni. Ma anche gli arrivi scaglionati allo stadio da parte delle squadre e degli arbitri, la mancanza (almeno teorica) di esultanze, la presenza costante di mascherine e gli abbracci rimpiazzati dai 'colpi di gomito'.
Con l'ipotesi Playoff e Playout sullo sfondo (anche se con l'approvazione della 'quarantena soft' il pericolo dovrebbe essere scongiurato) si può allargare lo sguardo anche all'Europa, dove Champions ed Europa League si preparano ad essere concluse con la formula delle Final Eight con partite secche in campo neutro. Una sperimentazione quasi obbligatoria per accorciare i tempi ma che, magari, potrebbe diventare il nuovo format del futuro. Perché il Covid-19 ha cambiato anche il mondo del calcio.
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