La Roma e lo Special One: serve un salto di qualità del mister e dei giocatori?
Dopo il pareggio casalingo contro il Torino, la Roma di José Mourinho si trova a 27 punti in classifica, settima in classifica, a pari punti con l'Atalanta. Il bilancio delle ultime cinque gare della squadra giallorossa è, senza alcun dubbio, negativo. Una vittoria, due pareggi e ben due sconfitte. L'ambiente capitolino si aspettava sicuramente una posizione in classifica più importante, soprattutto dopo la vittoria della Conference League e la conseguente spinta emotiva del pubblico (che non è mancata neanche quando i risultati erano negativi).
Analisi sulla prima parte di stagione della Roma
Come sta andando lo Special One?
Un particolare che balza subito all'occhio guardando una partita della Roma è che la squadra allenata da Mourinho non ha un gioco. Se dal punto di vista della comunicazione dimostra capacità innate, dal punto di vista prettamente tattico non è riuscito a dare un'identità di gioco alla squadra capitolina. A volte sembra quasi difficile individuare il vero modulo utilizzato dal tecnico, con alcuni calciatori non utilizzati nella loro posizione naturale, come Zaniolo che avrebbe bisogno di giocare con il viso rivolto alla porta avversaria (e non spalle alla porta) per esaltare al meglio le sue caratteristiche atletiche e tecniche.
Fin quando arrivano i risultati, questi dettagli vengono quasi nascosti. Il problema nasce quando mancano i risultati. Mourinho è fenomenale nel convogliare l'attenzione dove vuole lui, così dopo le prestazioni contro Lazio, Sassuolo e Torino è sempre riuscito a spostare l'interesse della prestazione (inesistente) verso un singolo calciatore.
Se proprio dobbiamo dirla tutta, non è nobile per un allenatore rilasciare determinate dichiarazioni sui singoli in conferenza stampa subito dopo una partita non vinta. Come si dice: "i panni sporchi si lavano in casa", o no?!
E i giocatori?
Se gran parte della responsabilità del periodo non brillantissimo della Roma è del tecnico, non ci si può non soffermare anche sui singoli. Alcuni calciatori stanno rendendo sotto le aspettative mentre alcuni devono trovare maggiore equilibrio e continuità di rendimento, pur sudando fino all'ultimo per la maglia giallorossa.
Poi c'è anche chi, a novembre, non ha trovato ancora la miglior forma fisica e fatica a giocare come dovrebbe.
In conclusione, quando i risultati non arrivano non c'è quasi mai un'unica causa. Le motivazioni possono essere tante. In questi casi però c'è una figura, quella dell'allenatore, che deve indicare la strada da seguire per migliorare i risultati, valorizzando e scartando i giocatori a seconda del suo pensiero e se le cose vanno male spesso è lui il primo a pagare.