La prossima tappa nel futuro di Mourinho sarà diventare CT?

José Mourinho
José Mourinho / Ivan Romano/GettyImages
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Il rapporto tra gli allenatori di club e le soste per le nazionali è ambivalente: da un lato non possono lavorare a pieno regime visto che molti giocatori sono sparsi in giro per il mondo; dall'altro è il periodo perfetto per concedersi un attimo di riposo. José Mourinho lo sa bene e ha approfittato della pausa per volare in Portogallo e godersi un po' di relax.

Tra una passeggiata sulle coste dell'Algarve e un bicchierino di Ginja e l'altro, lo Special One ha trovato anche il tempo di ritirare un trofeo, l'ennesimo della sua strabiliante carriera. In occasione dei suoi 22 anni da allenatore e per celebrare il successo in Conference League, il tecnico della Roma ha ricevuto il premio "Quinas de Ouro".

Nel discorso con cui ha ringraziato il pubblico e in particolare Helder Postiga, giocatore che gli ha consegnato il titolo e che gli ha "fatto venire i capelli bianchi", Mourinho ha dichiarato di voler ancora allenare a lungo: "Magari non per altri 22 anni ma per qualche anno in più". Lo Special One non è dunque sazio di vittorie e ha anche ammesso di odiare le sconfitte allo stesso modo di inizio carriera.

José Mourinho
José Mourinho / Danilo Di Giovanni/GettyImages

Vincere aiuta a vincere, questo è vero. Tuttavia non è facile trovare stimoli quando sei abituato a terminare ogni stagione con una nuova coppa in bacheca. Noi comuni mortali non possiamo immaginare cosa si provi, ma forse sul lungo periodo dev'essere anche abbastanza ripetitivo.

Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna: questi sono i paesi in cui Mourinho ha allenato e su ognuno di essi ha messo una bandiera con il proprio nome sopra in segno di vittoria. Dopo aver però colonizzato mezza Europa, è probabile che lo Special One possa andare alla ricerca di qualcosa di nuovo.

Certo, adesso i suoi pensieri sono interamente rivolti alla Roma e ora come ora non sembra esserci nemmeno il germe di un ipotetico addio alla panchina giallorossa. Eppure, di qui a fine stagione può succedere davvero di tutto. Ad esempio, se il Portogallo fallisse clamorosamente a Qatar 2022 e la Federazione decidesse di nominarlo come nuovo commissario tecnico, cosa farebbe Mourinho?

Con un'argenteria di trofei da fare invidia e la reputazione da mezzo santone di cui gode in patria, lo Special One verrebbe accolto a braccia aperte dai tifosi portoghesi e avrebbe anche il retaggio adatto per tener testa a tutti i campioni che militano nella Seleção... sì, anche Cristiano Ronaldo gli darebbe retta.

Jose Mourinho, Cristiano Ronaldo
José Mourinho, Cristiano Ronaldo / Gonzalo Arroyo Moreno/GettyImages

Per essere dei grandi commissari tecnici non occorre necessariamente essere dei fini strateghi, bisogna essere bravi nel gestire lo spogliatoio, nel decidere chi chiamare e chi invece lasciare a casa. Convocare semplicemente i giocatori più forti/famosi non è sempre la soluzione migliore, è per questo che un CT deve avere personalità. E di certo a Mourinho questa non manca.

L'attuale tecnico della Roma ha poi abbastanza esperienza per sapere come comportarsi in una competizione prestigiosa. Non ha mai partecipato a un Mondiale o a un Europeo, ma non c'è molta differenza con il clima che si respira in una finale di Champions League.

Il ritorno in Portogallo, lì dove tutto è iniziato, costituirebbe poi la chiusura di un cerchio condito da innumerevoli titoli e trofei. Perché trasferirsi in un altro paese, imparare una lingua nuova, una nuova cultura e rischiare di fallire compromettendo la tua reputazione quando puoi allenare la nazionale del tuo paese? Anche lì puoi deludere, questo è ovvio, ma sarebbe la ciliegina sulla torta di una carriera stratosferica.


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