La prossima tappa nel futuro di Mourinho sarà diventare CT?
Il rapporto tra gli allenatori di club e le soste per le nazionali è ambivalente: da un lato non possono lavorare a pieno regime visto che molti giocatori sono sparsi in giro per il mondo; dall'altro è il periodo perfetto per concedersi un attimo di riposo. José Mourinho lo sa bene e ha approfittato della pausa per volare in Portogallo e godersi un po' di relax.
Tra una passeggiata sulle coste dell'Algarve e un bicchierino di Ginja e l'altro, lo Special One ha trovato anche il tempo di ritirare un trofeo, l'ennesimo della sua strabiliante carriera. In occasione dei suoi 22 anni da allenatore e per celebrare il successo in Conference League, il tecnico della Roma ha ricevuto il premio "Quinas de Ouro".
Nel discorso con cui ha ringraziato il pubblico e in particolare Helder Postiga, giocatore che gli ha consegnato il titolo e che gli ha "fatto venire i capelli bianchi", Mourinho ha dichiarato di voler ancora allenare a lungo: "Magari non per altri 22 anni ma per qualche anno in più". Lo Special One non è dunque sazio di vittorie e ha anche ammesso di odiare le sconfitte allo stesso modo di inizio carriera.
Vincere aiuta a vincere, questo è vero. Tuttavia non è facile trovare stimoli quando sei abituato a terminare ogni stagione con una nuova coppa in bacheca. Noi comuni mortali non possiamo immaginare cosa si provi, ma forse sul lungo periodo dev'essere anche abbastanza ripetitivo.
Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna: questi sono i paesi in cui Mourinho ha allenato e su ognuno di essi ha messo una bandiera con il proprio nome sopra in segno di vittoria. Dopo aver però colonizzato mezza Europa, è probabile che lo Special One possa andare alla ricerca di qualcosa di nuovo.
Certo, adesso i suoi pensieri sono interamente rivolti alla Roma e ora come ora non sembra esserci nemmeno il germe di un ipotetico addio alla panchina giallorossa. Eppure, di qui a fine stagione può succedere davvero di tutto. Ad esempio, se il Portogallo fallisse clamorosamente a Qatar 2022 e la Federazione decidesse di nominarlo come nuovo commissario tecnico, cosa farebbe Mourinho?
Con un'argenteria di trofei da fare invidia e la reputazione da mezzo santone di cui gode in patria, lo Special One verrebbe accolto a braccia aperte dai tifosi portoghesi e avrebbe anche il retaggio adatto per tener testa a tutti i campioni che militano nella Seleção... sì, anche Cristiano Ronaldo gli darebbe retta.
Per essere dei grandi commissari tecnici non occorre necessariamente essere dei fini strateghi, bisogna essere bravi nel gestire lo spogliatoio, nel decidere chi chiamare e chi invece lasciare a casa. Convocare semplicemente i giocatori più forti/famosi non è sempre la soluzione migliore, è per questo che un CT deve avere personalità. E di certo a Mourinho questa non manca.
L'attuale tecnico della Roma ha poi abbastanza esperienza per sapere come comportarsi in una competizione prestigiosa. Non ha mai partecipato a un Mondiale o a un Europeo, ma non c'è molta differenza con il clima che si respira in una finale di Champions League.
Il ritorno in Portogallo, lì dove tutto è iniziato, costituirebbe poi la chiusura di un cerchio condito da innumerevoli titoli e trofei. Perché trasferirsi in un altro paese, imparare una lingua nuova, una nuova cultura e rischiare di fallire compromettendo la tua reputazione quando puoi allenare la nazionale del tuo paese? Anche lì puoi deludere, questo è ovvio, ma sarebbe la ciliegina sulla torta di una carriera stratosferica.
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