La parata di Emiliano Martinez è quella più iconica di una finale Mondiale?

Argentina v France: Final - FIFA World Cup Qatar 2022
Argentina v France: Final - FIFA World Cup Qatar 2022 / Buda Mendes/GettyImages
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Non sarà l'immagine più bella del Mondiale, ma resterà nella storia come una delle più iconiche. Minuto 123, per la precisione 122 e 40 secondi: palla disperata in avanti di Konaté che supera l'intervento goffo di Otamendi e lascia a tu per tu Randal Kolo Muaní con Emiliano Martinez. Da qui poi in poi potenzialmente può succedere di tutto.

Può accadere che un calciatore che non era inizialmente convocato nella spedizione francese di Qatar 2022 decida la Finale più bella della storia del calcio al 123° di una gara infinita; che lo stesso sbagli clamorosamente calciando fuori o alle stelle. Può succedere anche che il miglior portiere del Mondiale si impegni in una parata impensabile dopo due ore di gioco.

Esplosiva e intelligente, selezionata tra un paio di scelte alternative in una frazione di secondo. Eroica e anche fotografica. Una posa che sembra sfidare l'attaccante in quell'attimo di consapevolezza che pervade i protagonisti poco prima che l'atto si consumi. "Sto per segnare il gol della mia vita" contro "sto per fare la parata del secolo". La sfida l'ha vinta il Dibu, la Coppa l'Argentina. La consapevolezza della vittoria dei tifosi albiceleste, in una gara in cui essere certi di qualcosa è stato praticamente impossibile, forse è cominciata a maturare proprio in quell'istante.

Immaginare di perdere una Finale segnando una tripletta è quasi impossibile e il risultato ha offerto un Kylian Mbappé sconsolato e straziato durante i festeggiamenti. Pensare di perdere una Coppa dopo aver dominato per 80 minuti, essere tornati in vantaggio nei tempi supplementari ed essersi anche "salvati" all'ultimo istante, forse lo è di più.

È per questo e per tanti altri motivi che l'intervento di Emiliano Martinez su Kolo Muaní verrà ai posteri ricordato come La Parata. Verrà forse usato come esempio per i giovani portieri, ne verrà studiato il posizionamento, i tempi di uscita, il come e l'esatto momento in cui è giusto o sbagliato allargare braccia e gambe alla massima estensione per intimorire l'avversario e coprire il più possibile lo specchio della porta. Una croce, una stella? Come scrive Giorgio Dusi su Twitter, semplicemente la parata del secolo.

Potrebbe esserne criticata la scelta, in una narrazione da manuale, ma sarà impossibile criticarne l'efficienza. La Parata, che già suona come uno di quei classici servizi che escono mesi o anni dopo il trionfo, ha avuto un peso incredibilmente rilevante sul Mondiale di Messi e Mbappé, su quello di Randal Kolo Muaní, Scaloni e soprattutto sulla storia del Dibu Martinez.

Un peso che Emiliano Martinez ha avuto per tutto il Mondiale e ha dall'estate del 2021. L'esordio da titolare in Nazionale il 4 giugno 2021, nelle ultime partite di Qualificazione alla Coppa del Mondo in Qatar. Poi la Copa America e i tre calci di rigori parati in Semifinale contro la Colombia con il famoso audio verso Yerry Mina: "Estás nervioso, mira que te como hermano".

Lì era già diventato eroe. Aiutare Messi a vincere una Copa America lo aveva reso un idolo albiceleste. In Qatar si è però superato andando oltre le statistiche. In tre lotterie dei rigori con l'Argentina in tornei internazionali il Dibu non ha mai perso. Prima la Colombia, poi l'Olanda e infine la Francia, con un totale di 6 rigori parati su 14, il 42%.

"Ce lo siamo detti, era destino soffrire". Forse lo era anche quella parata che ha condotto la Francia nella tana del lupo. Nella casa di Emiliano Martinez. Cosa passa nella testa di un portiere dopo averne subiti tre da Mbappé dal dischetto? Probabilmente sfiducia. Pensieri completamente diversi invece in quella del Dibu: "Abbiamo vinto ai rigori, sapevamo che qualcuno non l'avrebbero segnato [...] E' un momento in cui dico chiaramente ai miei compagni di stare sereni. E' andata bene, questo è tutto".

Occhi lucidi e lacrime trattenute a stento nell'intervista postpartita. Il Mondiale di Lionel Messi l'ha vinto in gran parte Emiliano Martinez, un personaggio controverso con le sue follie inaspettate, dal "minuto di silencio per Mbappé" alle parole dirette contro Van Gaal, fino alle esultanze folkloristiche durante la lotteria dei rigori e l'evitabile gesto sul palco della premiazione con il guanto d'oro della Coppa del Mondo.

Un portiere forte che al giro di boa dei 30 anni si è preso ogni cosa, ha fatto impennare l'asticella delle aspettative ed è soprattutto diventato eroe Nazionale, al secondo posto tra i beniamini di una Scaloneta che è ormai storia.

Emiliano Martinez
Argentina v France -World Cup / Soccrates Images/GettyImages