La Liga che prova a puntare sui canterani: quanti hanno già esordito quest'anno?
In estate la Liga ha frenato sul mercato in entrata, posizionandosi al sesto posto per costi dei cartellini, dietro agli altri maggiori campionati europei e dietro anche alla Saudi Pro League (al secondo posto per mercato in entrata). Circa 130 milioni in meno rispetto alla passata stagione spagnola. Il calciomercato economico di Atletico Madrid e Barcellona, con il Real Madrid come unica squadra a spendere oltre 100 milioni di euro durante la sessione estiva.
Una crisi generale a cui far fronte attraverso il vecchio e per un periodo inusuale metodo della cantera. Le più famose, per quanto concerne i nomi, sono la Masia del Barça e la Fabrica del Real Madrid, ma non si tratta ovviamente delle uniche in Spagna.
Come riportato da un approfondimento di Diario AS, sono già 17 i giovani cresciuti nelle giovanili dei propri club che hanno esordito in queste prime 9 giornate di Liga. Assane Diao del Betis e Fermín Lopez del Barcellona, e ancora Bryan Zaragoza dell'Almeria o Beñat Prados dell'Athletic Bilbao.
Se però per i club dei Paesi Baschi, l'Athletic su tutti, si può fare un discorso a parte, per alcune squadre l'avvio immediato al professionismo dei canterani è una questione più complessa, che raduna sia merito che necessità. Pensiamo al Valencia, che dopo un'altra campagna acquisti deludente, le incessanti critiche alla proprietà Lim e l'addio di Musah per 20 milioni di euro ha già mandato in campo quattro giocatori delle giovanili: si tratta di Tarrega, Gozalbez, Gonzalez e Yarek, che si aggiungono ai molti della precedente stagione. O al Betis di Pellegrini, trascinato nelle ultime giornate proprio da Assane Diao (2005) e che molto presto dovrà affidarsi al centrale Ricardo Visus, a causa dell'assenza per infortunio di Marc Bartra e dell'addio di Luiz Felipe.
Insomma, la tendenza a reinvestire sui propri settori giovanili sembra ritornata di moda in Spagna (e per fortuna). Non solo aumentano le chance di vedere all'opera promesse ancora acerbe, ma potrebbe generare un effetto a catena nei giovani che si approcciano al professionismo. L'obiettivo non è scoprire tanti Lamine Yamal, che sembra essere un talento generazionale (2007), ma aggiungere alla rosa elementi interessanti, mandandoli in campo senza aspettare troppo.
In molte realtà spagnole questo aspetto paga da sempre; è il caso di Athletic Bilbao e Real Sociedad, ma anche dei navarri dell'Osasuna. Ragioni storiche, identitarie, che stanno provando a riscoprire in tutta la Spagna. Una questione della quale ha parlato a chilometri di distanza anche l'ex direttore del Siviglia, Monchi, attualmente nella dirigenza dell'Aston Villa.
"I limiti salariali fanno sì che non si commettano le follie del passato e che le rose si adeguino alle entrate. Avere canterani abbassa il costo della rosa, è un fattore necessario per i tempi nuovi, dove il controllo finanziario fa sì che si peschi di più dalla cantera".
Alcuni illuderanno (comunque non più di tanti acquisti finiti male), ma inserire canterani in rosa e investire sui settori giovanili resta un aspetto determinante con molti più pro che contro. Da sempre e a ogni latitudine.