La Juventus e il suo futuro tra sentenze e processi ancora in corso

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FBL-EUR-C3-JUVENTUS-SPORTING / MARCO BERTORELLO/GettyImages
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Incertezza. Questa è la sola parola con cui si potrebbe descrivere il presente della Juventus, si è passati da un -15 in classifica che è durato per mesi, poi si è tornati a riavere quei 15 punti tolti e di colpo la squadra è tornata seconda in classifica e in pieno ritmo Champions. L'altra sera, nel riscaldamento prepartita del match contro l’Empoli, è arrivata una nuova stangata: tolti 10 punti e di nuovo classifica stravolta. Oggi la Juve è settima in classifica e virtualmente fuori dalle coppe europee, a due giornate dalla fine della stagione mancherebbero solo due punti per agganciare l’Europa League e con un patrimonio di 6 punti ancora da sfruttare non sembra un miraggio, ma in caso di raggiungimento dell’obiettivo la Uefa permetterà l’accesso alla Juve? E ancora, per la manovra stipendi il club avrà un’altra penalizzazione?

Tutte queste domande sono assolutamente legittime e confermano quel clima di dubbio che aleggia sulla Continassa. Senza entrare nel merito di una sentenza che condanna la Juventus con una pena afflittiva, la società ha già fatto sapere tramite Francesco Calvo (direttore dell’area sportiva) che si valuterà il ricorso. Per ora si deve solo attendere la pubblicazione delle motivazioni.

Bisogna proteggere il calcio italiano e il brand Juve?

Nei giorni scorsi sono apparse sui giornali numerose dichiarazioni. Tra i tanti detrattori del club bianconero sono arrivate però le considerazioni di due protagonisti del calcio italiano. Il primo è stato il presidente federale Gabriele Gravina che ha speso parole di rilievo verso la squadra che annovera più tifosi in Italia: ha asserito che il brand Juve deve essere tutelato. Anche il presidente della Lazio Claudio Lotito ha espresso un fermo “no allo sciacallaggio” che si sta abbattendo sulla squadra di Allegri.

Se ci sono state delle irregolarità è giusto che chi di dovere paghi, sia essa una società, un dirigente o un gruppo di dirigenti. Ma bisognerebbe evitare questo altalenarsi di penalizzazioni: si prenda una decisione e si definisca il futuro in maniera chiara, una situazione così nebulosa oltre ad essere avvilente per gli stessi soggetti coinvolti (staff e calciatori) fornisce anche una pubblicità negativa ai nostri organi della giustizia sportiva (oltre che al calcio italiano).

Probabilmente la Juventus il prossimo anno non disputerà una competizione europea, vuoi per una nuova penalizzazione o per una decisione della Uefa, ma l'ideale sarebbe che questa vicenda arrivi alla sua conclusione. Solo con un punto definitivo si può iniziare a pianificare il futuro verso un progetto di ricostruzione con un nuovo direttore sportivo e una rosa che sia costruita all’insegna della sostenibilità economica (attualmente la Juventus ha il primo monte ingaggi in Italia) e della competitività sul campo.