La Juve secondo Arrivabene: prospettive di sviluppo e idee da percorrere
È raro trovare nel mondo del calcio qualcuno che parli senza peli sulla lingua. Siamo abituati alle solite frasi trite e ritrite, alla diplomazia, all'arte del "dire senza non dire" effettivamente qualcosa.
Ecco perché desta molto scalpore un addetto ai lavori che non usa mezzi termini e dice le cose così come stanno. Maurizio Arrivabene fa parte di questa - ahimè - ristretta categoria. Nell'intervista rilasciata a Tuttosport, l'amministratore delegato della Juventus ha affermato apertamente che Matthijs de Ligt vuole andarsene e che la colpa è del suo agente, Rafaela Pimenta, che spinge per fargli lasciare Torino.
Avrebbe potuto scaricare la patata bollente senza problemi, poteva benissimo dire: "Stiamo parlando con il suo entourage. Sarà una trattativa lunga e impegnativa perché è un giocatore importante", ma lui ha scelto la via più scomoda, quella della verità.
La schiettezza di Arrivabene non si presenta solo a parole, ma la dimostra anche nei fatti. Sempre nell'intervista non esita ad affermare che l'intesa con Paulo Dybala per il rinnovo di contratto era stata raggiunta, ma che la Juve ha cambiato strategia in corsa facendo naufragare la trattativa. Lo stesso sarà accaduto probabilmente anche con Federico Bernardeschi, scaricato come dalla società bianconera proprio come la Joya.
A Maurizio Arrivabene non piacciono le mezze misure: o fai come dice lui - che incarna a sua volta il volere della dirigenza - oppure ti indica la porta più vicina. Nessun rancore, nessun rimorso, "Il marchio Juventus è sempre più importante".
C'è però un punto dell'intervista in cui l'ex dirigente della Ferrari risulta contraddittorio. A suo avviso, infatti, il progetto migliore per la Juve non prevede la rottura con il passato, ma la sua continuità. Visto che i bianconeri hanno sempre avuto una storia vincente, non bisogna cambiare niente. E allora perché dare il benservito a Dybala e Bernardeschi, e cercare di fare altrettanto con i vari Arthur, Rabiot e Pellegrini, proprio nello stesso anno in cui Chiellini sceglie di trasferirsi in MLS?
Mettere però nelle mani di Allegri una rosa radicalmente stravolta è solo apparentemente incoerente da parte di Arrivabene. Lui ha detto che la Juve deve vincere. Lo ha sempre fatto, tranne l'anno scorso. Ecco perché bisogna cercare di cancellare il più possibile la passata stagione per riprendere da dove ci si era fermati.
L'amministratore delegato bianconero è una figura insolita per il mondo del calcio, la sua franchezza stride con il perbenismo che domina il settore e il coraggio di smantellare la squadra potrebbe essere considerato folle. Tuttavia, portare avanti un progetto che mette al centro un mix tra giovani (Vlahovic, Chiesa e Locatelli) e gente esperta (Pogba, Bonucci, Di Maria) è alla base dei successi sportivi, quelli che la Juve ha sempre ottenuto.
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