La Juve, il rimpianto Morata e l'esodo verso l'Arabia: Dybala si racconta

Dybala a tutto tondo ai microfoni di AS
Dybala
Dybala / Gualter Fatia/GettyImages
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L'eccellente impatto di Paulo Dybala sulla Roma, nella stagione scorsa, ha fatto sì che le voci di mercato emerse negli ultimi mesi spaventassero l'ambiente giallorosso ma, al di là delle offerte ricevute, la Joya ha scelto di restare e di proseguire quanto iniziato l'anno scorso agli ordini di Mourinho. Lo stesso Dybala ha concesso una lunga intervista ad AS, soffermandosi sull'esperienza nella Capitale, sulle voci di mercato e su altri aspetti dell'attualità calcistica. Queste le parole dell'argentino:

Esodo verso l'Arabia: “Il calcio è uno sport globale, viene seguito in tutto il mondo e loro hanno lo stesso diritto che abbiamo noi di vedere i grandi nomi da vicino. Poi sta a ciascuno prendere una decisione. A livello agonistico è ancora molto presto, hanno iniziato a prendere grandi giocatori ora, come accadde con la MLS all’inizio” riporta forzaroma.info.

La scelta di restare: Perché mi trovo bene qui. Mi hanno trattato in un modo unico. Durante le vacanze ho continuato a parlare con Mou ed entrambi volevamo dare qualcosa in più. Siamo arrivati vicini a raggiungere un obiettivo importante e ci siamo lasciati con un sapore agrodolce. Mi sono sentito molto a mio agio sotto tutti i punti di vista. Inoltre, a fine stagione abbiamo una competizione molto importante con la Nazionale, fare bene qui mi aiuterà ad essere presente per vincere il trofeo che mi manca con l’Argentina”.

Livello della Serie A: L’anno scorso c’era grande competitività, e sarà lo stesso. È difficile scegliere la principale candidata allo scudetto, molte squadre si sono rafforzate. Il calcio italiano ha fatto molto bene in tutte le competizioni: l’Inter è stata molto vicina alla Champions League, quando tutti pensavano che il City le avrebbe segnato molti gol in finale. Purtroppo noi abbiamo perso ai rigori in Europa League e anche la Fiorentina è stata a un passo dal vincere la Conference. Speriamo che continui così, il calcio italiano se lo merita”.

Mou e le parole di stima: Sentir dire queste parole da un allenatore che ha lavorato con grandissimi campioni è un piacere enorme. Dico sempre che è il gruppo che mi fa stare bene e mi permette di dare il meglio. Sono grato a lui, al suo staff e ai miei compagni di squadra”.

Il proprio ruolo nella Roma: Ho molta fiducia in me stesso, nel contributo che posso dare. Se i compagni di squadra si affidano a me, è una bellissima responsabilità. A volte sembra che non abbiamo un gioco molto appariscente, ma è sempre molto efficace e questo fa risaltare i risultati individuali dei giocatori”.

Che Roma vedremo quest’anno? Cercheremo di migliorare in tutte le competizioni. Vogliamo dare un titolo alla nostra gente, che se lo merita. Con i rinforzi che sono arrivati e quelli che potrebbero arrivare, abbiamo una rosa molto buona. Cercheremo di essere più aggressivi, più profondi, con un gioco che ci dia più opportunità".

Voci su Morata: "E io lo chiamavo ogni volta (ride). Siamo molto amici, è quasi uno di famiglia, lo conosco da tanto tempo. Ovviamente non è un’opzione praticabile, ma mi sarebbe piaciuto tanto averlo qui a Roma con noi. Ci siamo conosciuti al primo anno di Juve, fin dall’inizio c’è stata una grande amicizia, che è cresciuta negli anni. Con la nascita di Bella, la sua ultima figlia, ci hanno fatto una sorpresa dicendo che la mia compagna ed io ne saremmo stati i padrini. È stato bellissimo, eravamo come impazziti e ogni volta che possiamo andiamo a trovarli, anche se ora vogliamo vedere più la bambina che i suoi genitori (ride)".

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L'addio alla Juve: "Non è stato facile ed è stato inatteso. Qualche mese prima avevo scoperto che non sarei stato preso in considerazione dal club, ma fino a pochi giorni precedenti la realtà era diversa. È stato un colpo durissimo, ero lì da tanto tempo ed era come se fosse casa mia. Conoscevo tutti, lo stadio, i tifosi, ero il secondo capitano… La mia idea era di restare, ma il calcio è così, non sono stato il primo e non sarò l’ultimo. Sono e sarò sempre grato al club, che mi ha fatto crescere come persona e come calciatore. Sono stati sette anni molto belli".

Ritorno in Argentina: "Spero di poter tornare un giorno. Oggi sono felice in Italia, dove mi sento a casa. Il Paese mi tratta bene e anche i tifosi, di qualsiasi squadra siano. Non ho mai avuto problemi con i sostenitori di altri club, questo ti fa sentire di esserti guadagnato il rispetto della gente in campo. Ed è molto bello".