La Flop 5 dei peggiori calciatori della 6ª giornata di Champions League

FC Internazionale v Shakhtar Donetsk: Group B - UEFA Champions League
FC Internazionale v Shakhtar Donetsk: Group B - UEFA Champions League / Jonathan Moscrop/Getty Images
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Per essere un turno nel quale meno della metà delle partite in programma aveva qualcosa da dire sul piano della classifica, non ci si può lamentare. Gol, giocate spettacolari, espulsioni e tante gare incerte fino alla fine, con tanto di sorprese conclusive, dal primo posto che la Juventus ha strappato al Barcellona alle eliminazioni di Inter e Manchester United, alla fine uniche vittime illustri degli ultimi 90 minuti. Sentenze che non sorprendono alla luce rispettivamente del cammino internazionale dei nerazzurri da tre anni a questa parte e della prima parte di stagione disastrosa dei Red Devils. Eliminazioni che hanno tanti padri, in campo, in panchina e in società e che sembrano solo precedere cronologicamente altre cadute di stelle forse solo rinviate al turno successivo...

1. Clément Lenglet (Barcellona)

FC Barcelona v Juventus: Group G - UEFA Champions League
FC Barcelona v Juventus: Group G - UEFA Champions League / David Ramos/Getty Images


C’era una volta la solida difesa blaugrana, anche perché protetta da un centrocampo d’acciaio. Davanti a Ter Stegen succede di tutto e se Pjanic è tra i pochi a non affondare i centrali difensivi sono abbandonati al proprio destino e alla furia di Ronaldo e compagni. E se Araujo ha l’attenuante dell’inesperienza, il francese conferma l’inadeguatezza a indossare questa maglia, emersa fin dalla prima stagione. Pessimo in marcatura e nel senso della posizione, falloso, perde il controllo della situazione dopo l’ammonizione e solo la magnanimità dell’arbitro gli risparmia il secondo giallo sul rigore procurato che affonda definitivamente la squadra.



2. Romelu Lukaku (Inter)

FC Internazionale v Shakhtar Donetsk: Group B - UEFA Champions League
FC Internazionale v Shakhtar Donetsk: Group B - UEFA Champions League / DeFodi Images/Getty Images

Dopo la notte da leoni contro il Gladbach, il gigante belga si riscopre in versione polveri bagnate in una notte decisiva. Perché è vero che senza la vittoria in Germania la gara contro lo Shakhtar sarebbe stata inutile, ma lo è anche che la partita senza un domani era quella contro gli ucraini, partita che Romelu stecca tristemente. Il guizzo ci sarebbe anche, negatogli da un balzo di Trubin, ma quella è anche l’unica occasione in cui il centravanti nerazzurro riesce a concludere verso la porta avversaria. Prima e dopo tante sponde, in particolare nel primo tempo, ma anche troppi anticipi subiti, che sanno di altra occasione persa per lasciare il segno in una gara fondamentale. E quella deviazione fortuita sul colpo di testa di Sanchez ricorda da vicino il goffo autogol che ha deciso l’ultima finale di Europa League.

3. Marcus Rashford (Manchester United)

RB Leipzig v Manchester United: Group H - UEFA Champions League
RB Leipzig v Manchester United: Group H - UEFA Champions League / Boris Streubel/Getty Images

La sorpresa, ma neppure tale fino in fondo, della fase a gironi è l’eliminazione del Manchester United. La stagione dei Red Devils è finora disastrosa e nella partita decisiva a Lipsia steccano in tanti. Se la prova di Wan-Bissaka conferma tutte le difficoltà del ragazzo come terzino in partite di un certo spessore, il simbolo del flop degli inglesi in terra tedesca è dato dalla prova del golden boy del vivaio. A 23 anni è lecito attendersi prestazioni di spessore tecnico e di personalità in partite così importanti e invece non solo non si vede nulla di tutto questo, ma Marcus sbaglia tutto il possibile davanti alla porta a livello di gol mancati e di assist falliti per compagni meglio piazzati. Le precedenti buone prestazioni nel girone evaporano nella notte più importante, ora spetterà soprattutto a lui provare a rimettere insieme i cocci di un’annata da incubo.

4. Eduard Sobol (Bruges)

SS Lazio v Club Brugge KV: Group F - UEFA Champions League
SS Lazio v Club Brugge KV: Group F - UEFA Champions League / Paolo Bruno/Getty Images

La sua è una carriera ancora nel pieno, ma è facile immaginare che gli resterà a lungo il rimpianto per aver tarpato le ali al miglior Bruges visto in Champions forse nell’intera storia della manifestazione. Vero che il girone era più simile a un raggruppamento di Europa League per il livello medio, ma i belgi hanno fatto davvero paura alla Lazio in due partite. I rimpianti sono legati al pareggio dell’andata contro un avversario in piena emergenza e alla vittoria mancata all’Olimpico, anche a causa dei tanti minuti in inferiorità numerica proprio a causa della sua espulsione. Le colpe vanno quantomeno divise con l’allenatore che non lo ha sostituito, ma il fallo su Lazzari con già un giallo sulle spalle è esiziale e senza giustificazioni, vista la zona del campo in cui è stato commesso.

5. Mbaye Niang (Rennes)

FBL-EUR-C1-RENNES-SEVILLA
FBL-EUR-C1-RENNES-SEVILLA / DAMIEN MEYER/Getty Images

Dopo aver dato un buon contributo per portare la squadra in Champions nella scorsa stagione, l’ex di Milan, Genoa e Torino ha potuto riassaggiare la competizione solo assaggiata con il Milan, ma in una partita in cui non ci si giocava nulla, neppure il terzo posto, riemergono i vecchi difetti di un giocatore sprovvisto del carattere necessario, della freddezza e della personalità per stare ad alti livelli. Il Siviglia passeggia anche grazie ai suoi due gol mangiati, dopo i quali sceglie di eclissarsi dalla partita facendo di fatto giocare i suoi in dieci. Peccato, perché non è dato sapere quando ripasserà il treno della Champions…

6. Allenatore: Ronald Koeman (Barcellona)

FC Barcelona v Juventus: Group G - UEFA Champions League
FC Barcelona v Juventus: Group G - UEFA Champions League / David Ramos/Getty Images

L'uomo che ha regalato ai blaugrana la prima Coppa Campioni della storia non è riuscito per il momento a svegliare dal torpore un gigante quasi morente a causa di gravi problemi di ogni natura, economici e di ambiente e ai quali vanno ormai aggiunti anche quelli tecnici. Il tecnico olandese non è riuscito a ridare un gioco e soprattutto un'anima a una squadra sì incompleta contro la Juventus, ma scesa in campo impaurita al cospetto di un avversario che prima della prova capolavoro del Camp Nou in stagione non aveva spaventato proprio nessuno. Surclassato dall'inizio alla fine sotto ogni aspetto da un collega esordiente, la prima sconfitta interna in Champions dopo sette anni e mezzo lo inchioda alla proprie responsabilità.


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