La crisi di Tammy Abraham: l'anno scorso è stato un fuoco di paglia?
Tammy Abraham sta passando un momento no. A dimostrazione di ciò non ci sono solo, ovviamente, i dati. Ma anche un suo costante atteggiamento in campo che, seppur da grande professionista che si impegna sempre, lo vede sempre disperare dopo un gol sbagliato, o un'occasione mancata. E, senza voler fare "psicologia spicciola", sembra proprio indicare uno stato mentale non proprio equilibrato, non proprio nel suo momento migliore. E probabilmente neanche lo aiuta.
Quest'anno con la maglia della Roma finora ha segnato solamente 3 gol e 2 assist, giocando 18 partite tra campionato ed Europa League. Sono numeri che non si può non considerare, visto che di ruolo fa il centravanti.
Quali potrebbero essere le cause?
Sono tante le motivazioni che portano un giocatore a non riuscire ad esprimere le sue migliori doti, in determinati momenti della carriera. Nel caso di un attaccante poi, ciò è ancora più evidente, causa la mancanza di ciò che - giusto o sbagliato che sia - definisce (spesso) la sua prestazione: il gol.
- Mai in gol nelle amichevoli e nelle gare precampionato. Sono partite che, seppur non di molta importanza, permettono ai calciatori di entrare in fiducia per la stagione che viene.
- L'arrivo di Belotti. Il Gallo non è stato acquistato per sostituire l'inglese nel ruolo di prima scelta, ma potrebbe comunque aver tolto l'inglese da quella sua posizione incontrastata che aveva ricoperto nella stagione precedente, quando il primo sostituto in panchina era Shomurodov.
- Il Mondiale alle porte. La Coppa del Mondo 2022 in Qatar si giocherà, diversamente dagli altri anni, nella stagione autunnale, da metà novembre a metà dicembre. E' probabile che Tammy, tenendo molto a poter offrire i suoi servizi alla nazionale inglese, senta un po' il peso, anche in considerazione del fatto che nelle gare in cui Southgate era presente allo stadio non hai mai inciso.
- Una diversa posizione in campo. E' cambiata la porzione di campo in cui opera Abraham. Dividendo il suo spazio in attacco prima con Dybala e poi Zaniolo, modificando il suo modo di giocare rispetto alla passata stagione.
La diversa posizione in campo
Proprio in merito a quest'ultimo spunto di riflessione, l'attaccante inglese viene impiegato "meno offensivamente". Non nel senso di un cambio ruolo, ma nell'ottica di un centravanti cui, in ragione del gioco da sviluppare, gli venga chiesto di venire a giocare "più dentro al campo", per permettere alla squadra di salire, attraverso sponde, protezione del pallone e via dicendo. Servizi che l'anno scorso gli sono stati chiesti meno, sfruttando maggiormente le verticalizzazioni.
Ma quindi è davvero stato un fuoco di paglia?
Se guardiamo ai dati, si rischia di rispondere (e un po' a ragione) affermativamente. Un centravanti che in quasi 20 partite segna 3 gol non è un buon centravanti. Ma non si deve saltare a conclusioni così affrettate, soprattutto nell'ottica delle considerazioni sopra fatte.
Per i calciatori le annate possono essere estremamente diverse tra loro, a seconda del campionato in cui giocano, della squadra e di tantissimi altri fattori.
Quindi, l'anno scorso Tammy Abraham ha dimostrato di essere un grande professionista, che si allena sempre e che in campo non si risparmia. Ha dimostrato di sapersi muovere in area di rigore, che non è cosa da poco. Ha dimostrato di essere un calciatore che raramente va contro i suoi compagni (pochissime le occasioni di litigio). Quest'anno sta faticando in ragione di varie motivazioni.
Non sta comunque dimostrando di essere il calciatore che ci aspettavamo dopo le ottime prestazioni dello scorso anno. D'altronde, saper tirar fuori il meglio da un atleta non è cosa da poco.