La creazione delle Squadre B dei top club di Serie A è la strada giusta per crescere?

The official Serie A match ball Puma Orbita is seen on a...
The official Serie A match ball Puma Orbita is seen on a... / Nicolò Campo/GettyImages
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Negli ultimi tempi si sta parlando sempre più spesso dell'evoluzione della Serie A, si affrontano varie ipotesi come la riduzione del numero di squadre passando a 16 o 18 club al fine di favorire la partecipazione delle italiane all'Europa che conta. Infatti avendo meno partite da disputare per il campionato si garantirebbe una maggiore freschezza nei match europei, per tentare di ripetere i risultati ottenuti in questa stagione: la certezza di una top nelle semifinali di Champions League e la probabile realizzazione di un derby nostrano per arrivare in finale. L'iniziativa più interessante emersa dall'intervento del presidente della Lega di Serie A Lorenzo Casini a Rai Radio 1 nei giorni scorsi, riguarda però una proposta sulle seconde squadre da mostrare alla FIGC, capiamo meglio di cosa si tratta.

Casini ha analizzato in maniera molto lucida e con uno studio organizzato ad hoc che potesse mostrare agli organi della FIGC e al presidente Gravina l'importanza di aiutare le nostre squadre ad espandere i propri settori giovanili rendendo facile la creazione di una squadra satellite, composta da elementi giovani provenienti dalle giovanili, che possa disputare la Lega Pro e garantire una maggiore esperienza da sfruttare nelle leghe maggiori.

Perchè bisognerebbe farlo?

Gli effetti positivi sul sistema calcio italiano sembrano abbastanza evidenti: avere una squadra che disputa una competizione meno prestigiosa e su campi di provincia porterebbe i giovani talenti ad accumulare esperienza e una maggiore consapevolezza dei propri mezzi. Le Squadre B risultano essere fondamentali per evitare il salto di categoria dalla Primavera alla Serie A o addirittura alla Champions League. Non si riscontrano effetti negativi in questo progetto, a guadagnare da queste situazioni sarebbero tutti: le squadre che aumenterebbero la capacità di trovare e lanciare i giovani; i ragazzi che così potrebbero fare esperienza e mettersi in mostra; per ultimo ne gioverebbe anche il sistema calcio Italia che conterebbe su una maggiore fucina di talenti.

Un esempio virtuoso da non dimenticare

A sostenere questa visione arriva il modello Juventus, la squadra di Torino è stata la prima a creare un sistema del genere (in Italia) con la sua Juventus Next Gen; il sistema avviato ormai qualche anno fa inizia a dare i suoi frutti, proprio ieri Massimiliano Allegri ha lanciato il sesto giovane della NextGen in questo campionato. Alcuni ragazzi sono entrati stabilmente in prima squadra e altri sono titolari quasi inamovibili; questa visione ha permesso a nuovi talenti come Fagioli e Miretti, tra gli altri, di emergere. I due hanno giocato addirittura partite di Champions, un po' per necessità e po' grazie all'ottima programmazione bianconera.