La concretezza come arte: la storia di Thomas Müller

Bayern Muenchen v Olympiacos FC: Group B - UEFA Champions League
Bayern Muenchen v Olympiacos FC: Group B - UEFA Champions League / Thomas Eisenhuth/Getty Images
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Questo weekend è tornato dopo più di due mesi il calcio giocato. Gli unici a riaprire i battenti sono stati, per ora, i tedeschi, con la Bundensliga che è ripartita dalla 26ª giornata. Tra le tante partite che sono andate in scena c'è stata anche la sfida tra il Bayern Monaco e l'Union Berlin che ha visto i bavaresi prevalere agilmente per 2-0 sui loro avversari.

Il Bayern è una squadra fantastica piena di giovani talenti esaltanti che senza dubbio brilleranno nel palcoscenico calcistico europeo futuro e che meriterebbero di essere raccontati. Oggi però vorrei soffermarmi su una vecchia guardia dei Roten di Monaco, un giocatore straordinario la cui performance mi ha colpito ancora una volta e che viene (a mio avviso) troppo spesso sottovalutato: Thomas Müller.

Thomas Mueller
Bayern Muenchen v Olympiacos FC: Group B - UEFA Champions League / Thomas Eisenhuth/Getty Images

Müller è un calciatore particolare da molti punti di vista. Prima di tutto, tecnicamente parlando, è uno dei più duttili calciatori offensivi del panorama calcistico europeo: da prima punta ad esterno e trequartista, non c'è ruolo dell'attacco che il tedesco non abbia ricoperto in carriera come ammesso da lui stesso : "Ho giocato in così tante posizioni che non riesco a isolarne una. Sono un laterale, una mezzala, una punta pura? No, sono uno che fa tutto nel settore offensivo".

Nonostante la sua grande versatilità però, la sua posizione prediletta nella quale si è consacrato a livello europeo e mondiale è quella di trequartista. Qui troviamo la seconda particolarità del calciatore, in quel suo modo unico di interpretare questo ruolo. La posizione di trequartista infatti è normalmente occupata da giocatori tecnici ed eleganti come Paulo Dybala, Christian Eriksen, Mesut Ozil o Isco, che possiedono un eccellente controllo di palla ed una grande abilità nel dribbling oltre che ottime doti di passaggio e tiro. Müller non è certo un giocatore di questo tipo, la sua qualità principale non sta nel dribbling o nella tecnica individuale ma nella sua capacità di essere Raumdeuter, una definizione coniata da lui stesso che si traduce grossomodo come "colui che interpreta gli spazi". Ecco, se dovessimo definire il calciatore Thomas Müller, questa sarebbe la definizione più calzante, quella che va più straight to the point, il tedesco è infatti un maestro assoluto nell'arte di saper prevedere con precisione come si svilupperà l'azione e sopratutto dove finirà il pallone. Questa abilità, che lo accomuna a giocatori come Pippo Inzaghi, Miroslav Klose o l'omonimo Gerd Müller, potrebbe a prima vista sembrare una caratteristica adatta quasi esclusivamente ad una prima punta tradizionale eppure, come dimostra il bavarese, non è così.

Infatti, Müller è riuscito a sfruttare questa sua grande abilità di lettura dell'azione non solo per anticipare i difensori e segnare goal (cosa che ha comunque fatto ampiamente in carriera) ma anche per servire assist determinanti ai compagni. Questa caratteristica l'ho notata ancora una volta proprio nella partita di domenica dove in diverse azioni è riuscito, grazie alla sua grande reattività, a servire eccellenti palle goal ai compagni, di cui una addirittura di tacco.

Questa grande capacità di fornire assist Müller l'ha sviluppata sopratutto negli ultimi anni quando, da bomber, si è trasformato in rifinitore. Nei primi anni di carriera infatti, il tedesco ha utilizzato con grande efficacia il suo essere Raumdeuter principalmente per segnare goal, molti goal, sempre, arrivando in doppia cifra in Bundensliga per sette stagioni di seguito dal 2009 al 2016 e segnando ben 5 reti sia nel Mondiale del 2010 (in cui sarà capocannoniere) che in quello (vinto) del 2014 (in cui arriverà secondo nella classifica marcatori, un goal dietro a James Rodriguez). Dal 2016 ad oggi però, Müller ha cambiato il suo modo di giocare cercando meno la rete e prodigandosi di più per mandare in goal i compagni, sempre con eguale efficacia.

Il tedesco infatti negli ultime 4 stagioni non è più arrivato in doppia cifra per quanto riguarda i goal, segnandone al massimo 8 nel 2017-2018, ma in compenso si è trasformato in uno dei migliori assitman della Bundensliga e d'Europa. All'apparenza, il gioco di Müller non ha nulla di speciale dato che in molte occasioni si limita a fare giocate minimali, passaggi ad uno o due tocchi di piatto verso il compagno più vicino spesso eseguiti in modo goffo e per nulla estetico ma senza dubbio efficace. Questo lo dimostrano bene le statistiche, infatti, negli ultimi quattro anni il tedesco è stato in grado di servire una media di 15 assist stagionali in campionato. Il numero di assist però tiene conto solo dei passaggi che vengono effettivamente trasformati in goal, cosa che, per quanto impressionante, non racconta tutto. Müller infatti ha una media di circa 2,5 occasioni create per 90 minuti, dato ancora più impressionante. Ciò che lo rende cosi micidiale è proprio la sua apparente banalità, il tedesco farà anche giocate considerate "semplici" ma le esegue con un'estrema precisione che non fa perdere velocità all'azione, cosa che è determinante.

La sua trasformazione da bomber puro a rifinitore e uomo squadra è stata raccontata efficacemente, (come sempre) proprio dal calciatore stesso che di sé ha detto: "Forse non sono più un cannoniere. Cerco di essere più responsabile per tutta la squadra, di darle una struttura, organizzazione ed energia, e cerco di servire assist. Provo ancora a segnare ma quando devo decidere se andare in area o presidiare la zona al limite per evitare il contropiede, a volte scelgo l’opzione difensiva. Cerco di vincere le partite, di essere decisivo per la squadra e non è così importante per me essere il miglior marcatore".

L'ultima particolarità di Müller su cui vorrei attrarre l'attenzione e con la quale vorrei chiudere questo articolo è il fatto che il tedesco è una delle poche bandiere rimaste nel calcio di oggi. Nato a Weilheim in Oberbayern, a circa una cinquantina di chilometri da Monaco, è entrato nel settore giovanile dei bavaresi a dieci anni e ci è rimasto fino a quando ha esordito in prima squadra nel 2008, sotto la guida di un altro rapace d'area, Jürgen Klinsmann. Con 522 presenze e 195 goal finora si classifica rispettivamente quinto e terzo per apparizioni ufficiali e numero di reti complessive con la maglia dei bavaresi. Sarà anche brutto da vedere e per certi versi banale, ma la sua determinazione ed intelligenza calcistica rendono Müller un calciatore pazzesco che merita più riconoscimento.



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