La classifica è giusta, l'umore no: perché Mourinho è così insofferente?

José Mourinho
José Mourinho / Insidefoto/GettyImages
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Una vittoria netta, tonda, senza fronzoli e senza rischi, fa spuntare il sorriso anche all'allenatore più imbronciato del mondo, ma non a José Mourinho. Non fraintendere, ormai abbiamo imparato a conoscerlo e le volte in cui l'abbiamo visto sorridere in conferenza stampa si possono davvero contare sulle dita di una mano. Tuttavia, lo Special One ha sempre avuto la qualità di descrivere oggettiva lo stato di forma e le caratteristiche delle proprie squadra. Dunque, a incuriosire è il tono iper-tragico che ha assunto nell'intervista post partita di ieri sera.

La sua Roma ha appena battuto la Fiorentina 2-0 ma davanti ai microfoni di Dazn Mourinho non ne vuole sapere proprio di sorridere. Certo, i tre punti raccolti all'Olimpico non sono sufficienti per avvicinarsi a un piazzamento nell'Europa che conta, ma i giallorossi sono lì, insieme ad Atalanta e Lazio a 3 punti dal terzo posto. In altre parole, se la Roma non è in zona Champions non è colpa sua, o almeno non esclusivamente, bensì dell'alta competitività tra le big della Serie A.

Jose Mourinho, Paulo Dybala
José Mourinho, Paulo Dybala / Silvia Lore/GettyImages

Già, la competitività. Quella secondo Mou si può raggiungere principalmente in una maniera: acquistando giocatori che possano alzare l'asticella. La Roma in estate lo ha anche accontentato, ma la sete di rinforzi dello Special One si è accesa un'altra volta, solo che ora la società gli ha chiuso i rubinetti. Tiago Pinto deve avergli già spiegato che dalle parti di Trigoria non si vedrà nessun volto nuovo a gennaio, ma non è questo il motivo della cupezza dello Special One. Nel dopo partita la sua non è frustrazione per un mercato che non è destinato a decollare, bensì la rassegnazione di chi dovrà farsi bastare quello che ha per raggiungere gli obiettivi stagionali.

Alla fine dell'intervista afferma che la Roma non può permettersi di spendere 100 milioni per Mudryk, dimostrando ancora una volta di conoscere lo status finanziario del club in cui si trova. Che il suo muso lungo altro non sia che uno stratagemma per provare a convincere Pinto a prendergli almeno un rinforzo? Mourinho non sarebbe nuovo a questo genere di artifizi ma dopo un anno e mezzo nella capitale dovrebbe aver capito che il mercato di riparazione non è esattamente il periodo preferito dai giallorossi per fare shopping.

Mourinho, dunque, è il primo a non aspettarsi grossi rinforzi (anche se li vorrebbe eccome). A dimostrazione di ciò c'è la risposta alla domanda: "Dove si può trovare la qualità?". Lì lo Special One che abbiamo imparato a conoscere avrebbe ribattuto dicendo: "Comprando questo, questo e quel giocatore", ma il Mou giallorosso ha invece dichiarato: "Facendo crescere i bambini come Tahirovic". Il tecnico portoghese si è saputo convertire a mecenate della gioventù e, visto che non può contare su giocatori pronti, ha scelto di affidarsi ai ragazzi del vivaio, vera risorsa in questa stagione per la Roma.

Il broncio di ieri non sembra essere causato da ragioni di mercato. Forse era dovuto alla sua costante insoddisfazione (vero motore che spinge ogni allenatore vincente)? Forse alla classifica che nonostante gli sforzi non rispecchia quelle che erano le premesse di inizio campionato? Magari lo vedremo sorridere qualora la Roma dovesse piazzarsi tra le prime quattro. O forse nemmeno in quel caso.