L'uomo della 4ª giornata di Serie A: Rino Gattuso alla conquista di Napoli

SSC Napoli v Atalanta BC - Serie A
SSC Napoli v Atalanta BC - Serie A / Francesco Pecoraro/Getty Images
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Napoli, si sa, è il regno della scaramanzia, ma non è solo per questo motivo che a inizio stagione nessuno nell’ambiente azzurro ha voluto pronunciare la parola “scudetto”. Nel post-Maradona, infatti, l’unica volta in cui il terzo tricolore della storia è stato davvero sfiorato risale all’era Sarri, quella del basso profilo per eccellenza e del Napoli outsider rispetto alla “Juve padrona”. Allorquando invece le ambizioni sono state sbandierate si è andati incontro ad un flop colossale e il riferimento è ovviamente alla prima e soprattutto alla seconda stagione con Carlo Ancelotti in panchina.

SSC Napoli v Atalanta BC - Serie A
SSC Napoli v Atalanta BC - Serie A / DeFodi Images/Getty Images

Così pur dopo l’ottimo scorcio di annata, pur con tutte le problematiche del caso, di cui Rino Gattuso è stato protagonista nella passata stagione, anche al sanguigno Ivan la piazza napoletana ha chiesto tempo prima di scaldarsi e di tornare a sognare. L’inizio del campionato 2020-2021 non è stato però esattamente banale: tre vittorie in tre partite giocate con dodici reti realizzate, dieci delle quali in casa, ma soprattutto la sensazione di una squadra tornata a divertirsi come ai suddetti tempi di Sarri, ma con un calcio forse meno rivoluzionario, ma più redditizio. L’unica macchia che impedisce al sole azzurro di inizio ottobre di essere davvero splendente è ovviamente quella relativa al pasticcio della partita contro la Juventus, termine adatto visti i termini con cui lo stesso Gattuso ha parlato di quanto accaduto con la solita schiettezza: Volevamo partire per giocare contro la Juve, sono arrabbiato con chi non ce l'ha permesso. I bianconeri sono forti, ma in ricostruzione e potevamo giocarcela”.

Parole, quelle di Ringhio, semplicemente perfette e adeguate al momento, perché parole che dicono niente e tutto allo stesso tempo, non puntando il dito espressamente verso una persona o un’istituzione, ma semplicemente colgono nel segno, perché distolgono le attenzioni dal fuori campo per andare invece a caricare la truppa, peraltro già abbastanza decisa a sfogare in campo la rabbia accumulata durante la sosta e per il 3-0 a tavolino vista la quasi perfezione della prova contro l’Atalanta.

SSC Napoli v Atalanta BC - Serie A
SSC Napoli v Atalanta BC - Serie A / Francesco Pecoraro/Getty Images

Impossibile quindi non sostenere che con tutto il rispetto per un Lozano ritrovato e per un Osimhen subito inseritosi nel calcio italiano, l’uomo in più di questo Napoli che torna a guardare molto in alto in classifica sia proprio il suo allenatore, protagonista per il momento di un bel percorso netto fuori e dentro il campo. Non male per chi, ai primi passi da allenatore, aveva palesato qualche limite di troppo sia nella gestione della stampa e del gruppo, che sul piano tattico.

Invece il progetto del nuovo Napoli già visto in nuce nella scorsa stagione è molto interessante, perché in grado di mixare un calcio attento in fase difensiva a concezioni moderne, come la costruzione del calcio da dietro o l’accettare l’uno contro uno in difesa e proporlo in attacco. Il tutto con due soli nuovi acquisti, anzi uno (lo stesso Osimhen)… e mezzo, visto che Bakayoko (uno che il vecchio Ringhio spigoloso lo conosce bene…), comunque subito protagonista contro l’Atalanta, rispetto al gruppo dello scorso anno che da più parti era stato definito spremuto, se non arrivato.

SSC Napoli v Atalanta BC - Serie A
SSC Napoli v Atalanta BC - Serie A / DeFodi Images/Getty Images

Strizzare come uno straccio bagnato un’Atalanta sì non nuova a blackout, ma imbattuta in trasferta in campionato da quasi un anno e reduce da un inizio di stagione abbagliante è un biglietto da visita eloquente, farlo attraverso qualità e coraggio è la lode alla tesi di laurea. Ecco quindi un Gattuso in versione… Allegri, in grado di far rinascere gruppi in apparenza spenti, ma anche motivatore alla Conte e coraggioso come Gasperini. Se sarà un mix da scudetto si scoprirà più avanti, intanto guai ad alzare le mani dal manubrio e a perdere la cazzimma. Ora il compito sarà restare con i piedi per terra, ma conoscendo il soggetto sarà più facile che affrontare l’ultima della classe. Il tutto in attesa di sfidare sul campo l’amico Pirlo. Magari nella partita della discordia…


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