L'uomo della 14ª giornata di Serie A: Achraf Hakimi, la freccia di Madrid che ha conquistato l'Inter
L'Inter piazza il settimo acuto consecutivo in campionato, ma non riesce a mettere la testa davanti in campionato a fine 2020. È ancora presto per capire se nella seconda parte della stagione si assisterà ad un testa a testa milanese per lo scudetto, nell’attesa il curioso tema di Natale mette in vetrina due dei migliori esterni difensivi del mondo. Da una parte Theo Hernandez, ormai bomber di riserva del Milan senza Ibrahimovic, dall’altra la freccia ispano-marocchina, che sembra aver terminato il periodo di ambientamento agli schemi di Conte e anche al calcio italiano.
Dopo la “doppia” di Benevento nel recupero della prima giornata, con gol e assist, i numeri in campionato e anche in Champions avevano riflettuto il lungo letargo dell’ex Borussia Dortmund, la cui titolarità era stata messa in dubbio dall’ottimo rendimento di Darmian. Ora, però, dopo l’alternanza di una gara dal primo minuto e una da subentrante, Achraf sembra aver piazzato il break”.
A Verona ecco la seconda recita dall’inizio consecutiva e se i gialloblù come lo Spezia non rappresentano certo il banco di prova più attendibile dopo il gol ai liguri arriva la prestazione di sostanza del “Bentegodi”, di gran lunga la migliore fornita fin qui in Italia dal marocchino. Il motivo? Il sapiente mix tra tatticismo “italiano”, appreso evidentemente nella prima parte del campionato, e la dirompenza sprigionata nella ripresa, insita nel suo dna tecnico.
Così al cospetto di un avversario tatticamente ostico come l’Hellas il numero due nerazzurro ha saggiamente tenuto la posizione nel primo tempo, dando prova dell’applicazione messa negli allenamenti e del lavoro di Conte e del suo staff per migliorarne l’attitudine difensiva, per poi azionare il turbo. L’assist per Lautaro, poi trasformato in oro dall’argentino, è stato l’esito del primo dei tanti affondi di una ripresa in cui Hakimi ha di fatto giocato da ala aggiunta, senza però mai far venir meno l’apporto in fase di ripiegamento.
Stantuffo fino alla fine, allo scadere mette Lukaku davanti a Silvestri, ma il belga ha chiuso il 2020 con il freno a mano tirato e il gol della sicurezza non è arrivato. Poco male, perché la fine del 2020 regala tanti motivi di speranza a Conte e ai tifosi dell’Inter. Per un acquisto che ha deluso, Christian Eriksen, partente a gennaio, ecco l’affare-simbolo dell’ultima campagna estiva che sta ingranando nel momento più opportuno. In fondo impiegare meno di mezza stagione per inserirsi nei meccanismi molto tattici del calcio italiano è già un successo per un giocatore proveniente da culture calcistiche ben diverse, quella spagnola e quella tedesca. Il 2021 sarà l’anno dell’attesa consacrazione anche in Italia e chissà magari anche del cambiamento di ruolo, con compiti più offensivi. Sarebbe un peccato, proprio ora che la fase difensiva è stata digerita…
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