L'orgoglio per la fascia da capitano e l'elogio a Camarda e Simic: le parole di Leao

Rafael Leao
Rafael Leao / SOPA Images/GettyImages
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Nel giorno di Capodanno, Sky Sport ha pubblicato la prima parte dell'esclusiva intervista a Rafael Leao. L'attaccante del Milan ha parlato del suo rapporto con compagni e tifosi rossoneri, ma anche della sua passione per la musica. Di seguito le sue parole:

Su calcio e musica: "Sono le mie passioni. Sono le due cose che mi piace fare. Fanno parte del mio modo di esprimermi. Il calcio lo faccio con il sorriso quando entro in campo, la musica con le parole che faccio sentire agli altri di motivazione: mai arrendersi".

Su come nasce la passione per la musica: "Ce l'ho da sempre, grazie a mio papà, a mio zio che era dj, quindi la musica è stata sempre vicina a me. Ha cominciato a provare a cantare durane la quarantena. Sono stato un mese a casa, è stato buono per me visto che sono una persona che non parla molto. Ho iniziato a scrivere della mia vita, della mia famiglia".

Sui temi che mette nelle canzoni: "Semplice, mai arrendersi. Cinque anni ero un bambino, oggi sono un giocatore importante, gioco in uno dei migliori club del mondo".

Sul suo esordio nello Sporting Lisbona: "Stavo facendo bene in Primavera, poi ho iniziato a fare allenamenti con la Prima Squadra. L'allenatore Jorge Jesus non prendeva normalmente giocatori giovani con lui. Pensavo: 'Qui sarà difficile arrivare in Prima Squadra e a giocare da professionista'. Ho cominciato ad allenarmi. Lui mi è sempre stato vicino, mi ha dato consigli. Poi mi ha convocato e portato in panchina contro il Porto. Sono andato a scaldarmi, lui mi fa 'Alzati che devi entrare'. Avevo 18 anni, non me l'aspettavo, non ero pronto. Prima di entrare nella mia testa mi sono detto 'Ora o mai più'. Sono entrato, abbiamo perso ma ha fatto gol. Li ho sentito che avrei potuto fare qualcosa di importante. Sono stato infortunato però sapevo che potevo fare qualcosa di importante. Lui mi ha dato fiducia e gli ho fatto vedere che c'ero".

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Sul suo passaggio al Lille: "Un momento difficile in Francia. Una nuova lingua, un campionato diverso. Sono arrivato a parametro zero. C'erano lì delle persone che parlavano portoghese, come Luis Campos e il secondo allenatore. Però sono stato cinque mesi in panchina. Lì allora sono cominciati i pensieri che forse non era stata la migliore scelta andare in Francia. Ero troppo giovane, non vedevo mamma e papà tutti i giorni, abitavo da solo. Quello mi ha fatto crescere. Forse se fossi rimasto in Portogallo non sarei stato il giocatore che sono oggi a 24 anni".

Sul gol di Jan-Carlo Simic: "Una sensazione incedibile! Come se avessi segnato io il mio primo gol con il Milan. Lui è un ragazzo bravo che ascolta i consigli. Ma anche gli altri della stessa età, come Francesco Camarda. Devono lavorare. Quando hanno l'opportunità di farsi vedere e dare il massimo, l'importane è farsi trovare pronti. Lui è pronto".

Sul rispetto che i compagni hanno per lui: "Sapere quello che i miei compagni si aspettano da me in campo mi dà motivazione in campo per fare la differenza e mi spinge a dare il massimo".

Sulla fascia di capitano in Milan-Verona: "Quella settimana era un momento un po' così. Abbiamo avuto un meeting prima della partita, il mister fa 'Mancano Davide Calabria e Theo Hernández, Rafa sarà capitano". Non me l'aspettavo, ma avevo la fiducia di tutti. Un orgoglio per me. Sono qui da tanto, il Milan mi ha aiutato ad essere un giocatore di livello anche senza la fascia di capitano. È una gioia giocare con la magia del Milan. Spero di essere capitano più volte!".