L'impero di Agnelli: 10 anni alla Juventus tra plusvalenze e colpi da maestro
Il 19 maggio 2010, dopo quasi cinquant'anni, un membro della famiglia Agnelli è tornato a sedersi sulla poltrona di presidente della Juventus. Si tratta di Andrea, figlio di Umberto e nipote di Gianni, che in dieci primavere ha saputo riportare i colori bianconeri nell'Olimpo del calcio.
Uno dei passaggi fondamentali della rinascita bianconera passa anche da Giuseppe Marotta, nominato direttore generale nello stesso giorno del nuovo numero uno del club. La costruzione della rosa passa proprio dalle sapienti mani dell'ex dirigente della Sampdoria, un vero e proprio mago nello scovare calciatori e rivenderli in maniera da generare corpose plusvalenze.
Come riportato da Calcio e Finanza, Il peso medio delle plusvalenze nel decennio, in rapporto al fatturato, è dell'11,65% fino ad assestarsi sul 20% nell’ultimo triennio. Non ci sono dubbi: la strategia legata al player trading si è rivelata fondamentale per le sorti della Vecchia Signora.
Un lavoro che va suddiviso tra i giocatori cresciuti nel vivaio o acquistati anni prima che si formassero per stare al passo di Serie A e coppe europee. I vari Kingsley Coman, Simone Zaza, Rolando Mandragora, Riccardo Orsolini, Emil Audero e Alberto Cerri sono solo alcuni degli esempi di giovani talenti rivenduti a caro prezzo sul mercato.
E poi ci sono gli acquisti mirati che, nel giro di poche stagioni, hanno attirato le attenzioni di altri top club mondiali, disposti a fare follie economiche pur di strapparli alla concorrenza. È il caso di Paul Pogba, che comanda la speciale classifica delle plusvalenze più redditizie per la Juventus.
Al netto dei 26 milioni di euro corrisposti all'agente Mino Raiola, il trasferimento del centrocampista francese al Manchester United ha permesso ai bianconeri di incassare circa 70 milioni di euro. E pensare che in quattro anni (dal 2012 al 2016) Pogba ha pesato sui bilanci per soli 11 milioni di euro.
Numeri da capogiro che confermano l'ottimo lavoro di programmazione strutturato dalla Juve, che ancora oggi ne raccoglie i frutti e può garantire ai propri tifosi di sognare a occhi aperti. Come accaduto due estati fa, quando Cristiano Ronaldo ha pronunciato il fatidico sì.
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