L'ex Vucinic: "Ho un colpo da consigliare alla Juve. Lo scambio saltato con Guarin? Vi spiego come ci cambiò"

Juventus v AS Roma - Serie A
Juventus v AS Roma - Serie A / Claudio Villa/Getty Images
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Mirko Vucinic, ex attaccante di Juventus e Roma fra le altre, si è confessato ai microfoni di Sky Sport. L'attaccante montenegrino ha raccontato la sua esperienza in Italia, tornando anche sul famoso scambio di calciomercato saltato all'ultimo con Guarin: Vucinic sarebbe dovuto andare alla Juve e aveva anche sostenuto le visite mediche con l'Inter ma l'affare saltò all'ultimo.

Juventus v Bologna FC - Serie A
Juventus v Bologna FC - Serie A / Valerio Pennicino/Getty Images

Vucinic ha parlato delle differenze tra Roma e Juvee. dell'arrivo di Conte in bianconero: "L’annata con Ranieri alla Roma mi girava tutto bene, ma anche i primi anni due con la Juve li ricordo con piacere. In bianconero ero più completo, avevo più esperienza e sono entrato in una macchina da guerra. Chi ci affrontava aveva paura di noi, il merito era di Conte. Il ruolo di esterno? Se non giocavo lì, non giocavo (ride, ndr). La partita decisiva per il primo scudetto fu quella contro il Milan, ci ha fatto credere nei nostri mezzi".

Questo il retroscena di mercato svelato da Mirko: "Lo scambio con Guarin e il passaggio all'Inter? Mancò la firma, che non arrivò. Alla fine per come è andata sono felice, non so cosa avrei trovato lì. Sono andato ad Abu Dhabi e sono stato bene".

Vucinic ha anche consigliato un acquisto alla Juve: "Consiglio Mbappé alla Juve, anche se ha Cristiano Ronaldo. Non so però se il Psg vuole darlo via - riporta Tuttosport - uno come lui non nasce più e va al triplo degli altri. Futuro? Sto prendendo il patentino per allenare. Mi piacerebbe tornare nelle squadre dove sono stato, soprattutto al Lecce che è la squadra che porto nel cuore più di tutte. Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno dato qualcosa".

Chiosa su due numeri 10 che hanno condiviso un pizzico di carriera con lui: "Del Piero e Totti sono il calcio, poesia, sono professori, fenomeni, pazzeschi. Fanno passaggi e toccano la palla in modo diverso, è stata una fortuna giocare con loro e un giorno lo racconterò ai miei figli. Sono due leader dentro e fuori il campo".


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