L'atteggiamento nocivo e senza carattere dell'Inter di Inzaghi

Simone Inzaghi
Simone Inzaghi / MIGUEL MEDINA/GettyImages
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Torniamo indietro di qualche ora: l'Inter è caduta domenica sera sul campo della Juventus, con quest'ultima che ha ottenuto il 2-0 grazie ai gol di Rabiot e Fagioli. Nel primo tempo i nerazzurri non erano poi così messi male: la squadra era partita bene nella prima frazione, poi nella seconda un blackout improvviso con una reazione che è venuta a mancare proprio dopo il primo sigillo bianconero.

L'Inter adesso torna nel nostro mondo e fa nuovamente i conti con un atteggiamento passivo che subentra alla grinta mostrata nei match precedenti. Dati alla mano sono tre i gol fatti alla Sampdoria, quattro alla Fiorentina e tre al Viktoria Plzen, col tabellone luminoso dell'Allianz Stadium che - domenica - non ha visto nessun marcatore interista. In sintesi: è mancato il gol, per sbloccare il risultato ma soprattutto per indirizzare sui binari di Milano la sfida spartiacque della stagione.

Analizziamo adesso le parole in conferenza stampa di Simone Inzaghi: "Le partite più complicate le abbiamo giocate fuori, ma dobbiamo migliorare nei big match e nei gol presi. La Juve ha tirato tre volte e ha fatto due gol e preso un palo, noi abbiamo tirato 8/9 volte ma non siamo riusciti a segnare. E' una sconfitta che ci rallenta". Già, un k.o. che costringe l'Inter a uno stop, e che ovviamente certifica la difficoltà del gruppo a essere cinico nelle gare che contano.

I dati sono preoccupanti: l'Inter - in tutte le tredici giornate di Serie A - non ha vinto contro Lazio, Roma, Milan e Juve (concorrenti nella corsa al titolo), e adesso la strada verso il tricolore si fa sempre più tortuosa con i nerazzurri chiamati a una remuntada che sembra essere fantascientifica. Non solo: sono sedici i gol subiti in sette partite in trasferta. Una squadra che - per ora - sembra rispecchiare l'allenatore, con quest'ultimo con molti limiti ma soprattutto senza autocritica cercando di tenere aperta una "porticina" per lo Scudetto definendolo ancora come un obiettivo alla portata.

Tornando al match contro la Juve è difficile scegliere l'occasione più nitida, ma probabilmente potrebbe essere quella di Dumfries che - nel corso della prima frazione - non riesce a ribadire in rete la sfera servita da Barella. Il piano di Allegri è semplice: chiusura nella propria metà campo e ripartenza fulminea, lo stesso nel secondo tempo ha provato a fare Inzaghi ma senza portare gli effetti sperati.

Un'Inter senza carattere, senza mordente, ma soprattutto non spietata come nelle sfide precedenti. La qualificazione agli ottavi della Champions League non è sufficiente per giustificare il trend negativo fuori casa. Inzaghi fa i conti con la realtà, un po' come tutta la squadra. E giocare in stile "Allegriano" nel match più importante - in fondo - non è stato poi così sensato.


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