Kjaer: "Il Milan deve credere allo Scudetto: Pioli perfetto, Ibrahimovic unico al mondo. Eriksen? Non mollerà"
"Siamo molto amici, ci sentiamo ogni settimana e appena possiamo ci vediamo. Mi ricorda la mia situazione a Bergamo: a volte le idee e i metodi di un tecnico vanno benissimo per te, a volte meno. So che non mollerà". Parola di Simon Kjaer, difensore del Milan che nell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport si esprime con queste parole sulla difficile situazione all'Inter del connazionale Christian Eriksen.
IL MILAN - "La forza di questo Milan è di saper soffrire aiutandoci a vicenda. Con lo spirito di gruppo si va lontano. La mia storia parla chiaro, ho bisogno di sentire fiducia: ho sempre ripagato i tecnici che mi hanno dato continuità. Pioli? Quando ho dei dubbi o penso che ci siano aspetti tattici che si possono cambiare per migliorare il rendimento individuale e collettivo, mi ascolta: vuole trovare la situazione ideale per i suoi giocatori. Alla fine ovviamente decide lui, ma c’è dialogo. È l’allenatore perfetto per me".
I LEADER - "Sì, in campo e in allenamento. Osservo gli altri e do una mano. Cerco sempre di dare l’esempio, mi faccio sentire. E provo a trasmettere un messaggio ai più giovani, perché negli anni ho imparato che non bisogna mai accontentarsi. Maldini e Massara mi hanno portato al Milan per avere una voce nello spogliatoio e per dare una mano con i più giovani".
LO SCUDETTO- "I risultati arrivano, c’è entusiasmo. Ma ricordiamoci che non ci vuole molto a tornare indietro. ora siamo primi ma non possiamo adagiarci sulle soddisfazioni del momento, dobbiamo lavorare per crescere ancora. Siamo in testa, per cui certo, possiamo vincere. La stagione però è ancora lunga, occorre continuare a vivere partita dopo partita come stiamo facendo. Lo scudetto non deve diventare un’ossessione: deve essere un obiettivo perché siamo il Milan e la storia del Milan è fatta di titoli. Faremo il massimo per tornare in Champions e proveremo a lottare per il campionato, abbiamo il dovere di crederci".
L'ATALANTA - "A Bergamo ho giocato 6 partite, non abbiamo mai perso. Gasperini non mi ha mai detto “sei troppo in là con gli anni” o “giochi male”, lasciarmi fuori è stata una decisione tattica. Ma non ho nulla contro di lui: non ha funzionato. Volevo farmi trovare al top per la chiamata successiva, è arrivato il Milan. È andata bene, no?".
IBRAHIMOVIC- "Per capacità di abbinare tecnica e fisicità Zlatan è unico al mondo, non ho mai visto attaccanti dominanti come lui".
ATTACCANTI TOP - "Dipende dalla partita. L’Inter ad esempio ha due grandi punte ma per caratteristiche Lautaro mi ha messo più in difficoltà di Lukaku, più mobile, più imprevedibile. E poi c’è sempre Ronaldo: in area è quasi immarcabile".
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