"King" George Weah: il leone di Milano
King George, che da Re è diventato anche presidente della Liberia nel 2018, è stato uno dei calciatori africani più forti di sempre, un bulldozer sul campo, ma una figura umanitariamente impegnata e amata da tutti i tifosi. Nonostante la stazza, nonostante le notevoli doti fisiche e la forza, è sempre stato un giocatore straordinariamente agile, dotato di inventiva e di una classe ipnotica. Preciso nelle giocate come se avesse una calamita nei piedi, il pallone non si staccava mai. Collezionista di goal, ma anche di colpi da maestro e giocate di stile.
George Weah nasce in Liberia, nel 1966, nella capitale, in un quartiere povero che lo cresce in condizioni misere. Come tutti i grandi fuoriclasse inizia a giocare a calcio giovanissimo e lentamente riesce ad entrare in quel mondo in punta di piedi, militando inizialmente in alcune squadre del campionato della Liberia dove ha il vizio di segnare un numero impressionante di gol. Nel 1998 viene acquistato dal Monaco dove giocherà per quattro stagioni. Dal Monaco passerà al Paris Saint-German nell'estate del 1992 dove si farà notare sempre per il suo solito vizio di segnare. Nel 1995 George Weah viene acquistato dal Milan degli invincibili e arruolato nella squadra di Capello, e a soli 6 minuti esatti dall'esordio, durante la prima partita in Serie A, segna il suo primo goal e fornisce un assist al capitano, Baresi. Un inizio di stagione eccezionale che non accenna a rallentare, e nel dicembre dello stesso anno conquista il Pallone d'Oro. L'anno successivo, durante la prima giornata di campionato, Il Milan si trova ad affrontare il Verona a San Siro, ed è qui che Weah inventa una giocata che è rimasta nella storia della serie A. Il giocatore prende palla nella propria area e inizia una cavalcata che taglia l'intero campo, sempre col pallone incollato al piede, puntando come un cecchino l'area avversaria, e dopo aver superato tre avversari segna battendo il portiere in uscita e piazzando la palla nell'angolo della porta.
Paradossalmente quell'anno il Milan faticherà in campionato, concludendo una stagione a singhiozzi, ed esaurendosi anche nella stagione successiva. Nel '98 arriva Alberto Zaccheroni nella panchina rossonera, e Oliver Bierhoff in campo. Inizialmente tutti si aspettano che il giocatore tedesco costituisca la coppia d'attacco con Weah, tuttavia per il girone d'andata Zaccheroni opta per una scelta tattica errata, spostando King George sulla fascia, senza permettere alla coppia offensiva di concretizzare. Solo in un secondo momento, grazie ad un cambio di modulo, i due riusciranno finalmente a trascinare la squadra di nuovo ai vertici della classifica, fino allo scudetto.
Nel 2000 Weah lascia il Milan, dopo 5 anni. Gli ultimi anni di calcio giocato saranno per lui poco più che delle parentesi tra il campionato inglese e francese, nel 2002 si ritira definitivamente dall'attività agonistica e si dedica completamente alla politica, in un desiderio di rivalsa per la sua patria. Nonostante Weah abbia abbandonato il mondo del calcio, il calcio non ha abbandonato lui, mantenendo ancora vivide nella memoria le sue incredibili giocate e i suoi goal. Un modello calcistico dal valore inestimabile che ha collezionato giocate impossibili e raffinatissime, ammaestrando il pallone come se fosse nato per questo.
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