Khedira: "Juve il top. Sarri, Allegri, CR7, Dybala, Cardiff, il rigore col Real e il problema al cuore: dico tutto"

Sami Khedira
Sami Khedira / David M. Benett/Getty Images
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Lunga intervista di Sami Khedira alla Gazzetta dello Sport. Il centrocampista tedesco, ex Juventus, ha appeso gli scarpini al chiodo ed è tornato sulla sua esperienza in bianconero, terminata con una risoluzione del contratto ma costellata anche di gol, trofei e infortuni (e anche un problema al cuore). Ecco le sue parole: "Io ho sempre detto questo: se hai una super auto ma ti manca il navigatore, l’auto non serve a niente. Io sono uno skipper, ho sempre cercato di rendere le cose facili e ho sempre avuto un feeling per i momenti: capivo quando passare, tirare, sprintare".

Talento o applicazione?

"Credo entrambi. Guardate Xabi Alonso: è uno dei più lenti di sempre, ma anche uno dei migliori. Io non ero né bello da vedere né veloce, ma questo significa poco".

Il problema al cuore?

"Era la vigilia della Champions e mi sentivo strano. L’allenamento era andato bene ma il battito del cuore era accelerato e soprattutto vedevo tutto nero. Non ho visto niente per due ore - tutto buio - e non ho detto nulla al medico. Pensavo “ora passa, ora passa” e soprattutto volevo giocare a Madrid. Però non passava: dopo due ore, ho chiamato il dottore".

La Juve?

"La Juve è un grande club e l’Italia un grande Paese. È stato bello lavorare con Chiellini, Bonucci, Buffon, Dybala, Mandzukic, grandi giocatori e persone. Sono stato fortunato".

Allegri-Sarri?

"Tanto diversi, ovviamente. Sarri era troppo diverso dallo stile Juve ma che squadra quel suo Napoli, ci ha fatto soffrire. Io con lui mi sono trovato bene, è sempre stato onesto e, se stavo bene, mi faceva giocare. Allegri però è il miglior uomo che abbia conosciuto nel calcio. Avevo feeling con lui anche quando il mio italiano era un disastro: questione di istinto. Se ci sentiamo ancora? Sì, parliamo di calcio, vita, viaggi, cibo, dei nostri vini preferiti. Ognuno ha i suoi gusti. Servirà tempo per ri-adattarsi a lui ma per me vincerà ancora. Per lo scudetto, la Juve è la favorita".

CR7 con Sarri?

"A volte capita di non avere le stesse opinioni del tuo allenatore. Non sempre si può andare d’accordo. Loro due hanno provato a essere professionali. Cristiano è il compagno più forte mai avuto, ha tutto, spesso la squadra gioca male e lui risolve. Ha un grande ego, non è il migliore a difendere e a volte non difende proprio, però guardate quanto ha vinto. A volte è meglio difendere in nove ma avere i suoi gol. Cristiano ti fa vincere, punto".

Dybala?

"Paulo ha bisogno di un bodyguard sul campo, che lo protegga e lo faccia rendere. Ha avuto troppi infortuni e troppi problemi extra calcio, con troppe persone che parlavano intorno a lui. Invece deve restare concentrato, prendersi cura del suo corpo... e in questo mi sembra cresciuto. Un’altra cosa: sa segnare gol da sogno, ha un talento unico ma per me si mette troppa pressione. Pensa di dover fare tutto: passare, creare occasioni, essere leader. Lo ricordo in finale di Champions 2017, non era libero".

Il Real e il rigore?

"Quel rigore è stato assurdo. Se sei un arbitro, non puoi decidere una partita. Io dico “lasciaci andare ai supplementari, decideranno i grandi giocatori”. Invece Oliver, con un fischio, ha ucciso due grandi partite".

Sami Khedira
Sami Khedira / Nicolò Campo/Getty Images

E a Cardiff cosa è successo?

"Non c’è stato un grande scontro, però è vero che abbiamo perso lì. Nel secondo tempo abbiamo perso il nostro stile, correvamo solo dietro alla palla e agli avversari. Non so perché. a volte sei senza potere".

Chi è il mgiliore tra Bonucci e Chiellini?

"Dipende da quello che ti serve. Bonucci è il miglior difensore al mondo a palleggiare e giocare la palla lunga, non è veloce ma sa leggere la partita. Chiellini invece è King Kong. Ricordo uno dei primi allenamenti, dominavo di forza su tutti, poi è arrivato Giorgio e mi ha spostato. Mi sono detto: “Mai più un contrasto così con lui”. È una roccia, è intelligente e si prende cura dei compagni".

Torneresti alla Juve?

"Mi piacerebbe tornare, un giorno. Sono un grande tifoso della Juve e dell’Italia. Quando sono arrivato, non avevo mai preso un caffè e pensavo che il latte macchiato non mi piacesse. Ora non riesco a stare senza. Sto pensando che cosa fare nella vita, ho fatto un’esperienza in tv e non escludo di diventare un allenatore o lavorare fuori dal calcio".


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