Kessié e la mancata permanenza al Milan: rimpianto o scelta saggia per i rossoneri?

Franck Kessie
Franck Kessie / Alex Caparros/GettyImages
facebooktwitterreddit

Notte da sogno quella di Franck Kessié con la maglia del Barcellona: il calciatore ivoriano è riuscito a siglare il gol vittoria durante il Clàsico di ieri contro il Real Madrid, mandando in visibilio tutto il popolo blaugrana. E pensare che un anno fa doveva rinnovare col Milan: i rossoneri non hanno accettato le richieste del giocatore, con la separazione tra i due avvenuta dopo il trionfo dello scorso anno a Reggio Emilia contro il Sassuolo (altra sfida in cui Kessié ha segnato) che ha sancito il diciannovesimo scudetto dalle parti di Via Aldo Rossi. E' stato giusto o sbagliato non rinnovare il contratto al centrocampista? Proviamo ad analizzare due aspetti.

L'impatto di Kessie al Barcellona

Seppur partito a fari spenti nel corso della prima metà di stagione, Kessié non ha mai espresso il desiderio - nonostante i rumours di mercato - di andarsene dalla Catalogna. Il giocatore ha scelto di sposare il progetto tattico di Xavi e dopo una prima tranche da comparsa si sta pian piano prendendo la squadra. Un problema agli adduttori e un infortunio muscolare hanno rallentato il suo ambientamento nel club spagnolo, poi un ingresso - o meglio - un ritorno graduale in campo nel filotto di vittorie consecutive prima del k.o. contro l'Almeria. Il bottino collezionato dall'ivoriano è di diciotto presenze complessive condite da un gol e da un assist.

Un gol, un solo gol...probabilmente il più importante. Ieri contro il Real Kessié ha "rispolverato" la sua esultanza da sergente, con i quotidiani - specialmente Sport - che non si sono sottratti dall'elogiarlo: "Un calciatore acquistato per dare nuova linfa a un centrocampo stanco, è stato preso per questo e per le sue grandi doti in fase di inserimento". Già, grandi doti d'inserimento oltre alla capacità di essere un centrocampista box to box come chiesto da Xavi. Kessié è stato preso per questo, ovvero per colpire quando serve e per dare - come dice proprio Sport - fisicità e un certo apporto a una mediana blaugrana giovane composta dalle stelline Pedri, Gavi e Pablo Torre oltre al veterano Busquets.

Molti etichettano, nonostante il sigillo nel Clàsico, fallimentare la stagione di Kessié. Certo, l'ivoriano è stato protagonista di una prima parte di stagione non esaltante e vissuta da attore non protagonista, ma nell'incontro che vale forse il campionato ha risposto presente. Una parabola che - almeno in parte - sarebbe stata diversa se fosse rimasto a Milanello.

Perché il Milan doveva trattenere Kessie?

Girarci attorno non conviene: la verità è che il Milan ha un Kessié in meno a centrocampo. La mancanza dell'ivoriano - specialmente quest'anno - si è fatta sentire, con Pioli e i suoi che hanno dovuto faticare in diverse sfide per cercare di inanellare i tre punti. Se guardiamo poi il centrocampo Vranckx ha deluso le aspettative, Bakayoko ri-tirato fuori soltanto adesso e Pobega che ha inanellato poche presenze. Certo, il duo Bennacer-Tonali è inamovibile, ma con un Kessié in più Pioli avrebbe avuto un'altra valida alternativa, un giocatore in grado di portare fisicità e concretezza in un modulo già collaudato, ma soprattutto in un calcio che il giocatore conosce alla perfezione.

"Noi abbiamo rifiutato offerte da club importanti anche nel mese di gennaio, proprio perché c’era viva la volontà di arrivare a un accordo con il Milan. C’è una cosa che mi suona strana, cioè che dopo l’addio di Kessié, pare che certi tetti che prima parevano invalicabili, adesso possano essere sforati” ha spiegato l'agente Atangana sul finire del 2022.

Appunto, sforati. Concludiamo quindi con una parentesi che va a braccetto con il procuratore di Kessié: l'acquisto di Charles De Ketelaere. Dire che il belga è stato una delusione finora è riduttivo, e anche se il Milan ha adottato da tempo la politica "verde" si poteva fare sicuramente uno sforzo in più per trattenere un giocatore in grado di fare la differenza. Una pedina fondamentale, che già conosceva l'ambiente e i tifosi. Ma soprattutto un uomo "pesante", sia per la stazza che per i gol. Proprio quelli che mancano ai rossoneri in questo momento.