Kean blinda la Champions, ma con il dubbio: c'è spazio per lui nella Juve del domani?
Resta o non resta, questo è il problema. No, non si tratta della nuova ed ultima interpretazione di Shakespeare riadattata da Netflix, ma del dubbio che attanaglia dirigenza e tifo bianconero a poche giornate dalla fine della Serie A: Moise Kean va tenuto alla Juventus o è arrivato il momento di dargli il benservito?
La pesantissima rete messa a segno nel delicato posticipo al Mapei Stadium contro il Sassuolo ha riaperto i dubbi e le incertezze sulla permanenza all'Allianz dell'attaccante ex Everton. Kean aveva convinto veramente poche volte dall'inizio di questa stagione, tanto da dover spingere addirittura la Juventus a tornare sul mercato già nel mese di gennaio per trovare un attaccante in grado di mantenere sulle proprie spalle il reparto bianconero.
L'eredità raccolta ad inizio anno non ha aiutato l'attaccante italiano in questa sua seconda parentesi piemontese nella massima serie. Essere il sostituto, per quanto operazione di emergenza, di Cristiano Ronaldo non è di per sé facile; esserlo in una squadra che nell'ultima stagione ha fatto molto leva sul portoghese (come anche su Chiesa) per raggiungere quantomeno l'obiettivo Champions peggiora solamente la situazione. Si può immaginare che nessuno aspettava da Kean gli stessi numeri del cinque volte Pallone D'Oro, ma quanto fatto vedere in campo da agosto ha convinto ancor di meno la piazza.
Kean ha dimostrato evidenti difficoltà nel compiere anche le azioni più basilari, da un semplice stop orientato (che mal riuscito permetteva agli avversari di rubare subito la sfera) ad un dribbling secco pochissime volte riuscito. L'attaccante non sembrava quasi in grado di mettere in mostra quelle caratteristiche che lo hanno fatto esplodere tra il 2018 ed il 2019, attirando le attenzioni dell'Everton e dei suoi quasi 30 milioni di euro. Non è un caso che i tifosi si siano visibilmente stancati delle sue prestazioni, soprattutto se condite da una poca volontà di sacrificarsi per la squadra quando chiamato in causa. In più circostanze Moise è apparso statico in campo, in difficoltà anche nell'andare a pressare il portatore di palla avversario nel tentativo di recuperare il possesso.
Ciò ovviamente ha messo la pulce nell'orecchio di Massimiliano Allegri, il quale ha iniziato ad impiegarlo sempre di meno, anche se ciò significava aumentare considerevolmente la lunga striscia di gare disputate da Morata e Vlahovic in attacco, che dal canto loro sono entrati in sintonia, completandosi. Non sorprende neanche la decisione della dirigenza di ridiscutere il suo prossimo futuro, una scelta inusuale quantomeno per un giocatore ancora in prestito (che diventerà a tutti gli effetti bianconero solamente al termine della prossima stagione, quando si attiverà l'obbligo di riscatto dopo i due anni di prestito).
La prestazione contro il Sassuolo sembra però aver mostrato un Moise Kean diverso, più combattivo e partecipe della manovra. La domanda sorge qui spontanea: cosa deciderà di fare la Juventus con l'attaccante?
Kean ha indubbiamente delle qualità che la Juventus cerca di ottenere nel proprio undici titolare. Una seconda punta di fisico, rapida nell'aggredire l'area avversaria, forte sia di testa che con i piedi ed in grado di adattarsi alle varie scelte del tecnico quando necessario. Insomma, un Alvaro Morata dieci anni più giovane. E con il dubbio che lega il futuro dello spagnolo, indubbiamente c'è spazio nelle fila bianconere per l'ex Psg.
Le statistiche non sono però dalla sua parte, perché finora Kean ha dimostrato di non aver imparato nulla dalle esperienze vissute all'estero. Anzi, sembra quasi aver fatto un passo indietro. Chiamato ad essere un giocatore più maturo rispetto a quello che ha salutato Torino nel 2019, l'italiano sembrava aver perso la sicurezza e la sfrontatezza del debutto in A, quelle che gli avevano permesso nell'ultima stagione allegriana alla Juve di sostituire anche discretamente Ronaldo nel girone di ritorno, colpito da alcuni problemi fisici e con lo sguardo diretto molte volte al Portogallo.
Le statistiche sono un'arma a doppio taglio nei suoi confronti. Il rapporto gol/assist testimonia un'evidente sconfitta nei confronti del compagno di staffetta Morata, il quale conta cinque gol e sei assist in più tra tutte le competizioni disputate (6 gol e 2 assist contro 11 gol e 8 assist). Ciononostante, le stesse statistiche mostrano come Kean abbia almeno in campionato un rapporto con il gol più facile rispetto al compagno, trovando la rete ogni 175' (ogni 271' per lo spagnolo). La differenza, quindi, viene riportata al lavoro fatto in campo a supporto dei compagni, dove l'atteggiamento dell'ex Everton non ha convinto in pieno l'ambiente.
Nelle ultime uscite, però, Kean sembra aver ritrovato un po' di certezze, quantomeno in se stesso. L'impatto con Fiorentina e Sassuolo è stato dei migliori e ha permesso di mostrare giocate che mancavano da settimane. Tanto è bastato al duo Arrivabene - Cherubini per ritornare sull'argomento ed interrogarsi nuovamente sulla sua permanenza, che ora vede qualche spiraglio.
In questa Juve c'è spazio per Kean, ma lo spazio va conquistato. In questa stagione oramai non è più possibile convincere pienamente l'ambiente, ma nella prossima tutto potrebbe cambiare. Con minori pressioni ed un compagno certo su cui fare affidamento, l'attaccante italiano potrebbe ritornare lentamente ai livelli di un tempo e capovolgere le attuali valutazioni della Juventus - aumentando così le possibilità di tenerlo all'Allianz. Per fare ciò c'è però da concludere questo campionato al meglio, magari con qualche altra rete che possa legittimare il suo arrivo e spingere la dirigenza ad offrirgli una seconda occasione. Forse l'ultima in bianconero.
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