Juventus, il lungo discorso d'addio di Andrea Agnelli all'assemblea degli azionisti

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli / Jonathan Moscrop/GettyImages
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L'ultimo atto di Andrea Agnelli da presidente della Juventus è avvenuto nella giornata di oggi, in occasione dell'assemblea degli azionisti. Prima dell'insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione, l'ormai ex presidente ha tenuto un lungo discorso in cui ha ripercorso quanto fatto negli ultimi anni e, soprattutto, rivendicando i tanti successi della sua gestione. Di seguito le parole di Agnelli.

IL DISCORSO - "Il mio lavoro è stato sempre quello di indicare la direzione strategica della società, era il mio lavoro per indirizzare la società. Quando parliamo di calcio, di cosa parliamo in realtà? Spesso si riduce dell'azione sul campo, il gol, il fuorigioco. Il calcio fa parte dell'intrattenimento, fa parte del settore dello sport. Quando parliamo dell'intrattenimento, parliamo di 750 miliardi, che comprende gaming, musei, di queste attività da tempo libero, da intrattenimento. Parliamo di 140 miliardi. Parliamo di un'industria, il calcio, da 43 miliardi. Giusto parlare del gol dato o meno, ma parliamo di un'industria di queste dimensioni. Poi guardo alle soluzioni più idonee per la nostra industria. Investiti 73 miliardi dopo il 53 del 2021, inseguendo le opportunità nel nostro settore. Siamo una media, abbiamo contenuti, strategici. Enormi fanbase. Abbiamo delle cadenze di governance, ma anche opportunità 'opportunistiche', carenze finanziarie. Abbiamo visto transazioni come il Chelsea, il Milan, il Newcastle, l'Atalanta, il Leeds. Sono numeri che fanno riflettere. Ma lo fanno ancora di più gli acquirenti. Consorzi come il Chelsea, Redbird il Milan, il fondo Pif per il Newcastle, un consorzio diretto da Pagliuca per l'Atalanta. E l'investitore dei SF49ers. La Liga ha raggiunto un accordo su 50 anni, valorizzandola, con operazioni fatta da CVC. In Serie A, dopo l'accordo con CVC, abbiamo ricevuto altre due lettere, la stessa Bundesliga sta valutando la propria situazione. Stiamo assistendo a un fenomeno in espansione, come la multiproprietà. Il City Group, la RedBull, RedBird, 777. Non abbiamo dati certi, ma Goldman&Sachs sta investendo 1 miliardo nel calcio, QSI sta provando a entrare nel calcio. C'è quindi interesse in questo settore. A mio giudizio, non c'è una risposta dei governatori, che non si sono evoluti e non continuano a cogliere la differenza tra gioco e industria. Differenze che si stanno sottolineando sempre più, pensando alle analisi svolte, quando io ero parte del Sistema. Da presidente Eca e membro Uefa. L'analisi era evidente: c'era insostenibilità del Sistema, non profittabilità dei Club, gli unici a rischiare. Si coglieva già all'epoca la disaffezione da parte dei tifosi, spesso su questo punto siamo stati criticati, ma mi ha fatto abbastanza effetto leggere da Ghirelli il fatto che si parli di disaffezione dei tifosi. Chi gestisce il livello intermedio si sta accorgendo di questo. La proposta era una creazione di ecosistema per le leghe principali europee, che aumentasse la stabilità e il rischio d'accesso è tra i più grandi; che mantenesse la simbiosi tra i campionati domestici e quelli internazionali".



SERVONO RIFORME’ - "Da quando la Serie A è una lega unica, quasi 100 anni, in quasi 100 anno hanno giocato solo 68 squadre. Alcune di queste davvero di passaggio. In questo ragionamento di accesso, promozione e retrocessione, ricordiamoci di aver avuto solo 68 squadre. Un sistema aperto a tutti, se volessimo istituire una nuova società, potremmo ambire a partecipare. Dunque basati sulla competitività sportiva. Era stato proposto da Uefa ed Eca insieme nel 2019. Poi non voglio ricordare cos'è successo, c'è stato il Covid e non voglio toccare quella parte. Se avessi voluto mantenere una posizione di privilegio, mantenendo la mia carica, nell'Uefa, nella FIGC da consigliere, non avrei preso le decisioni prese nel 2021. Ma credo che il Calcio Europeo abbia bisogno di riforme strutturali per il futuro, altrimenti assisteremmo al declino del calcio a favore della Premier League, che in pochi anni attrarrà tutto il talento europeo. Mi sembra evidente che i governatori attuali non vogliano ascoltare preferendo mantenere la posizione di privilegio. Sono i monopolisti, sono i gate-keeper della competizione. Da questo punto di vista, la Corte di Giustizia Europea, chiamata a esprimersi, la speranza che è che definisca questo sport come indistria. Le argomentazioni che sento, rispetto a questo, parlano della specificità dello sport, strutturata su base volontaria. Il fatturato del calcio è di 55 miliardi e occupa 700mila persone. A me sembra che l'articolo 165 del trattato UE sia da prendere seriamente in considerazione, mi auspico che questa sentenza possa aprire la strada a una gestione diversa. Di questo risultato, a cui stiamo ambendo, ci tenevo a ringraziare il Real e il Barcellona per il coraggio contro le minacce Uefa nella primavera 2021, in base all'articolo 51 del proprio statuto. Saremmo stati sanzionati perché ci siamo ritrovati in una stanza a pensare a un futuro migliore, senza interpellare l'Uefa. Siamo a pochi giorni da un possibile cambio".

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli / Nicolò Campo/GettyImages

ORGOGLIO - "C’è stata tanta attività svolta all'interno della Juventus, con grandissimo orgoglio. Ci sono stati un paio di interventi, lo sviluppo immobiliare del club. 400 milioni nell'ultimo decennio: lo Stadium, il JTC, il Museum, i negozi, il J Village e i miglioramenti su Vinovo. Uno dei risultati è stata la creazione del logo, che ci pone in una nuova dimension, ha dato una svolta rispetto all'immagine dei club a livello globale. Il coraggio di questa dimensione darà i suoi frutti nel tempo, darà un'ampia riconoscibilità nel club, a chi non è un sostenitore del calcio. Ti fa estendere il marchio in diversi ambiti. C'è stata la gestione di situazioni complesse: calcioscommese, Last Banner, Prisma. Alcune di queste da gestire nei prossimi mesi".

VITTORIE - "I risultati sportivi sono motivo di grandissimo orgoglio. La prima squadra, le Women, soprattutto la Next Gen, che ha portato un trofeo al Museum. Stanno dando il loro frutto nell'inserimento dei talenti della prima squadra. Con perseveranza, dedizione e passione, possiamo avere il 50-60% della rosa della prima squadra che arrivi in 5-8 anni con evidenti, grandi benefici, mantenendo la competitività a livello nazionale e internazionale. Quanto esposto non sarebbe stato possibile senza le donne e gli uomini della Juventus. D'Angelo, Bertoli, i ragazzi del magazzino. (Agnelli elenca tutti i collaboratori della Juventus, compresi Fabio Paratici e Beppe Marotta, insieme a tutti gli allenatori, ndr)".

FUORI DA TUTTO - "Sicuramente qualcuno ho dimenticato, ma sappia che tutti hanno il mio profondo senso di gratitudine. Il piano triennale approvato nel giugno 2022, che si fonda su 5 pilastri. Uno finanziario, uno gestionale, uno politico: su ognuno di questi, c'era la principale responsabilità operativa della società. Nella gestione di una società con diverse linee di business, hotel, retail, stadio e così via. E' evidente che non abbiamo le competenze per fare tutti i business, ma cerchiamo di farne tanti. Questo è il grande risultato di questi anni. Avendo chiuso una parte della mia vita così importante, la mia volontà è trovare una pagina bianca davanti da poter riaggredire e affrontare con passione, evidentemente dopo un po' di vacanza. È stata una mia decisione, personale, con le assemblee che presiedo (le società quotate in Borsa, ndr), farò un passo indietro. L'ho fatto d'accordo con John Elkann, con il quale il rapporto è strettissimo. È stata una mia decisione, d'accordo con Elkann e Tavares. Voglio affrontare il futuro con una pagina bianca, lo reputo indispensabile per avere una libertà di pensiero per affrontare questa nuova parte. Non vedo l'ora di iniziare questa nuova parte".