Juve stregata dal suo nuovo tridente: è la base per il futuro?

Quando si parla di Massimiliano Allegri, si ha sempre l'idea di un tecnico vecchio stampo, del solito catenacciaro italiano. Ad avvalorare quest'idea che nel frattempo è entrata nell'immaginario collettivo di tutti i tifosi è la filosofia del "Corto Muso" ideata dall'attuale allenatore della Juventus.
Non importa giocar bene, ciò che conta è fare un gol in più dei propri avversari. Un modo di intendere il calcio che può essere più o meno condivisibile, ma che in un certo senso stride con il 4-3-3 con cui i bianconeri si stanno schierando nelle ultime uscite.
Non serve infatti un fine esperto di tattica per capire che se metti tre attaccanti, significa che vuoi proporre un gioco offensivo o comunque propositivo. Per un allenatore che propugna un po' di sano pragmatismo si addice più un 4-2-3-1 o un ancor più conservativo 4-4-2. Tutti moduli sperimentati da Allegri nella sua Juve 2.0, ma che non hanno mai dato i frutti sperati.
I risultati - intesi come vittorie convincenti anche sotto l'aspetto della prestazione - sono arrivati paradossalmente con lo schema meno vicino alla sua filosofia, quello tipico della classica squadra che "gioca bene, ma non vince niente" (vedi il Napoli di Sarri).
La verità è che non è stato Allegri a scegliere il tridente, ma ci si è ritrovato nelle condizioni di adottarlo. D'altronde, se la società ti ha regalato Dusan Vlahovic non puoi non mandarlo in campo e se vuoi farlo rendere al meglio, devi utilizzarlo nelle condizioni in cui il serbo ha giocato il suo miglior calcio: al centro di un attacco a tre. Poi, si può mai rinunciare a un Paulo Dybala? Ovviamente no. Anche se il futuro dell'argentino appare incerto, resta ancora il giocatore più tecnico della rosa, l'unico in grado di tirar fuori dal cilindro lo spunto decisivo.
Infine, e qui si vede il pragmatismo allegriano, l'esperimento di Alvaro Morata esterno sinistro. Lo spagnolo non ha mai segnato tanti gol in carriera, ma si è sempre distinto per lo spirito di sacrificio e l'attitudine all'altruismo: allora perché non renderlo il nuovo Mandzukic? Con un esterno disposto a ripiegare, Acciughina può permettersi di schierare contemporaneamente tre attaccanti senza compromettere l'equilibrio della squadra.
E l'anno prossimo?
Fin qui, la Juventus a tre teste ha funzionato e sarebbe da stolti non continuare a puntare sul 4-3-3. L'anno prossimo Allegri dovrà però fare i conti con alcune incognite, legate soprattutto alla permanenza di Morata e Dybala (il primo deve meritarsi il riscatto, il secondo non ha ancora accettato il rinnovo), ma anche al ritorno di Federico Chiesa.
L'esterno della Nazionale rimarrà out fino al termine della stagione, ma tornerà ad allenarsi ad agosto. Un giocatore come lui, pagato 70 milioni dalla Fiorentina, non può stare in panchina e l'allenatore dovrà necessariamente fargli spazio. Presumiamo che lo spagnolo e l'argentino restino a Torino, chi sarebbero le ali al fianco di Vlahovic?
Un interrogativo difficile, al quale Massimiliano Allegri darà una risposta solo all'inizio della prossima stagione; adesso, in maniera pragmatica, bisogna pensare al presente e il 4-3-3 è una certezza da non abbandonare. Poi si vedrà.
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