Juve, Sconcerti boccia Dybala: "Non è un fuoriclasse, vi dico cosa manca per farlo arrivare al top"

Mario Sconcerti
Mario Sconcerti / Gabriele Maltinti/Getty Images
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Mario Sconcerti, giornalista del Corriere della Sera, ha raccontato le sue sensazioni e il suo pensiero su Paulo Dybala. Secondo il giornalista, il numero 10 della Juventus non è da considerare un fuoriclasse.

Ecco le parole di Sconcerti: "Dybala è un grande giocatore che deve ancora trovare una grande storia. La differenza è quasi sempre lì, devi fare l’impresa. Altrimenti giochi bene, ma vinci insieme agli altri, sei indistinguibile. Il fuoriclasse è quello che prende la squadra sulle spalle e vince da solo. Come Pelé con il Santos, Maradona con il Napoli, Riva col Cagliari, Chinaglia con la Lazio. Oppure è colui che sa scegliere l’attimo. Rossi è tutto nei tre gol al Brasile. Nella Juve questo è più difficile perché ha sempre grandi giocatori. Non è semplice trovarne uno più decisivo dell’altro. È anche vero che la Juve non ama gareggiare in popolarità con i suoi campioni. Deve esserle sempre un passo avanti, come la Ferrari con i suoi piloti. È per questo che a volte è tranciante, annuncia un anno prima l’addio di Del Piero, ringrazia Buffon ma lo cede, salvo riprenderlo quando però l’aureola si è spenta e torna sicuro che è lei che regala, non viceversa. In sostanza Dybala è un grande giocatore ma non ancora quello che potrebbe essere. Gli manca la sua altra metà, quella cattiva, quello che lo porterebbe ad essere completo".

Secondo Sconcerti Dybala è solo un mezzo campione: "Oggi è uno splendido mezzo campione, ideale per scombinare le partite nel secondo tempo. Sarri dice che Dybala in panchina è la sua bestemmia, ma resta un buon bestemmiatore perché in panchina lo manda spesso. Proviamo allora con un’altra domanda: cosa manca a Dybala per essere completo? Per prendere la Juve e l’Argentina e farle muovere sotto la sua mano? La prima cosa che mi viene in mente è che gli manchi qualche decina di gol. Ho preso cinque grandi numeri 10 della Juve e li ho confrontati (vedi grafico a destra). I risultati in questa tabella sono evidenti: Dybala ha molte caratteristiche tecniche simili a questi giocatori, ma numeri molto inferiori. Fa impressione il suo rendimento nell’Argentina, 2 reti in 29 partite. Tutto fa pensare che sia un grande giocatore ancora in formazione. Ma ha 26 anni, il suo futuro è adesso, come disse lui stesso a Sarri quando a settembre gli chiedeva pazienza".

Conclude Sconcerti: "Perché questo ritardo? Intanto perché alla Juve c’è grande concorrenza. E più ce ne sarebbe se fosse sempre disponibile Douglas Costa, il giocatore che più entusiasma Sarri. Su Dybala è pesato molto l’arrivo di Cristiano Ronaldo. Il suo dover essere sempre titolare. Con Ronaldo sempre in campo e sempre nei suoi sprazzi isolati, Dybala ha finito col perdere centralità e tempo. Le sue ultime due stagioni sono state incostanti, si è dovuto trovare uno spazio diverso in ogni partita. Dal punto di vista della crescita sono state due stagioni abbastanza perdute. Mi aspetto un Dybala che l’anno prossimo segni 20 gol, li ha indubbiamente dentro, li ha già quasi fatti. Ma è arrivato al momento decisivo. Oggi è il migliore di un corteo che non c’è. E che a sua volta ha già soffocato Bernardeschi, a tratti Ramsey e Rabiot. Semmai c’è da aggiungere che Ronaldo sta meritando tutti i privilegi che ha. Ma non c’è dubbio che la sua presenza, così come è imposta, soffoca la crescita di mezza squadra. Ma deve essere Dybala a imparare a imitare Ronaldo, ad avere la sua facilità di decidere una partita dietro l’altra. Non viceversa. È questa continuità nell’importanza che ancora manca a Dybala. Ha ancora bisogno degli altri per diventare decisivo. È un limite che ha anche Messi, eccezionale, ma in un contesto esatto. Mentre Ronaldo lo è di per se stesso. Infatti ha cambiato molte squadre ed è rimasto allo stesso rendimento. Dybala sarà se stesso quando la Juve vincerà 1-0 la finale di Champions e il gol lo segnerà Dybala. La grande sostanza accanto alla bellezza. Lì sarà finalmente una storia compiuta".