Juve, Paratici: "Pogba un grande. Arthur? Col Barça parliamo sempre. Dico tutto sul mercato, Higuain e la ripresa"
A tutto Fabio Paratici. Il direttore sportivo della Juventus ha concesso una lunga intervista a Sky Sport, parlando di tanti argomenti: dai rinnovi al mercato, da Arthur a Pogba, passando per un calciomercato in stile NBA. Ecco le sue dichiarazioni riportate da JuventusNews24.com.
Mercato stile NBA?
"Credo che la partenza sia dovuta alla mia dichiarazioni di qualche giorno fa, perchè io ho detto che mi immagino il prossimo calciomercato in stile NBA. È stata solamente una considerazione dettata dal fatto che le società avranno più difficoltà economiche e bisogna avere quindi idee. Studiando i vari sistemi calcistici e non ho pensato che l’NBA possa essere qualcosa da cui prendere spunto. C’è un’altra differenza enorme con l’NBA: lì la Lega funziona come camera di compensazione per le società. La Premier League ha seguito un po’ di più questa gestione, soprattutto sulla gestione del brand".
Che mercato sarà?
"Che ci sia meno liquidità è sotto gli occhi di tutti. Ci saranno scambi, formule più creative come i prestiti lunghi. Se non puoi comprare una casa, ad esempio, vai in affitto. Se non puoi comprare un giocatore da N milioni di trasferimento cerchi di ‘affittarlo’ per un tempo più lungo possibile. Una formula che si userà molto per poter usufruire dei calciatori senza troppi esborsi economici. Bisogna vedere, se si scambiano i calciatori, di grande livello in una fascia di mercato alta, il valore di mercato non scenderà. Nei salari si starà sicuramente si starà molto più attenti, invece per acquistare un calciatore solo con i soldi, il valore scenderà".
Per fortuna Cristiano Ronaldo è arrivato prima di questa crisi...
"Cristiano è un giocatore diverso dagli altri. È un brand che porta un aumento dei ricavi esponenziale. È un brand che va da solo all’interno del club. Per gli altri calciatori con un ingaggio alto sicuramente una contrazione del salario renderebbe più complicata la situazione".
"E’ un grandissimo calciatore, però questo tipo di calciatori ci saranno meno squadre che possono pagare questo tipo di salario".
Quanto è stata importante la tua formazione?
"Devo ringraziare la Sampdoria e Marotta che mi hanno dato la possibilità di formarmi in questo modo e anche all’estero. Io sono passato alla Juventus nel 2010 e grazie anche al presidente Andrea Agnelli siamo riusciti a realizzare tutto quello che riguarda le strutture: dall’inizio che è stato lo stadio, fino ad aggiungere ogni anno un pezzetino".
Le seconde squadre?
"Quindici anni fa già se ne discuteva, una buona pratica che c’è gia in quasi tutti gli altri campionati più evoluti d’Europa. E hanno avuto grandi risultati, anche di formazione di calciatori. Dopo tanta fatica e con l’appoggio della Federazione che ci ha dato la possibilità, ci siamo iscritti solo noi. È un progetto a cui crediamo, costa molta fatica ma ci dà grandi soddisfazioni e un passo importante verso il futuro. I calciatori in altri Paesi riescono ad arrivare a 90/100 gare tra i professionisti, in altri campionati arrivano a questo obiettivo a 21 anni, perché iniziano a giocarci a 17. Da noi c’è un buco dopo la Primavera che porta un calciatore a disputare quel numero di gare a 24 anni. In questo modo disperdiamo talento e perdiamo tempo. Vediamo Morata: prima di arrivare da noi era già formato giocando con la seconda squadra del Real. Spinazzola, prima di ritornare da noi, invece è stato otto anni in prestito, cambiando ogni sei mesi squadra perchè non riusciva a trovare spazio".
Il taglio degli stipendi?
"È stata molto facile, innanzitutto perché abbiamo dei campioni che hanno capito il momento che stiamo vicendo. In secondo luogo abbiamo un Presidente che è garante e di cui i calciatori si fidano, sono bastati pochi giorni per l’accordo".
Qual è la tua idea sulla ripresa?
"Non vedo l’ora di ricominciare. Detto questo bisogna rispettare le regole. Bisogna anche pensare agli attori che sono i calciatori che rischiano: dobbiamo capire questo e le istituzioni che si assumono responsabilità importanti. Sono decisioni difficilissimi da prendere".
I parametri zero?
"Il parametro zero non è un obiettivo, è una possibilità, un’opportunità che si presenta. Noi siamo aperti e stiamo cercando di costruire la migliore squadra possibile. Bisogna capire da che basi parti e di cosa hai bisogno. I parametri zero devono essere inseriti in un contesto di budget e di squadra".
"Quando è partito era molto preoccupato in generale, sono cose personali sue e non voglio entrare nel merito. È un ragazzo molto sensibile, speciale, questa cosa lo ha colpito molto. Noi siamo legati a lui, sta facendo una stagione straordinaria, quindi speriamo continui con noi per l’anno che resta di contratto, aldilà di decisioni speciali".
Lo scambio Arthur-Pjanic?
"Parliamo sempre tra grandi club, non parliamo solo di scambi. Di come si potrà andare avanti. Adesso siamo in un momento veramente di chiacchiere".
L'affare Bentancur?
"L’operazione di Bentancur fu legata a Tevez perchè lui chiese di tornare in Argentina e al Boca, noi avevamo un anno di contratto e 7-8 milioni di ammortamento e non potevamo regalarlo. In un mercato europeo, questo potrà ancora succedere".
Ora fate più operazioni con i club internazionali.
"Non è stata una scelta, ma una situazione che è venuta naturalmente, mano a mano che siamo cresciuti, con appeal e forza economica ci siamo confrontato con club internazionali. Ci sono tanti giocatori giovani bravi, che giocano ancora in squadre in cui possono fare un salto. Ci sono tanti giocatori bravi, ad esempio Chiesa, Tonali, Castrovilli. In questo momento sta offrendo una bella vetrina a questi calciatori".
A che punto siete con i rinnovi?
"Buffon e Chiellini siamo in dirittura d’arrivo, anche con Dybala stiamo parlando, ora c’è stata questa sosta che interrotto le comunicazioni in tutti i sensi, purtroppo per lui sta vivendo questa esperienza negativa, gli facciamo l’in bocca al lupo per la pronta guarigione".
Come immagini questo calciomercato?
"Sicuramente più creativo ed elastico. Guardiamo alla quotidianità. Ogni giorno cambiamo visione e siamo più pessimisti o ottimisti a seconda del bollettino delle 18. Bisogna essere elastici perché pensi una cosa e due ore dopo devi pensarne un’altra, lo stesso sarà con il calciomercato. Chi dice che non si possa ripetere la stagione 2019-20, anche se con le stesse rose, nella 2020-21? È una possibilità. Bisognerà essere elastici".
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